Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Markò Carlo Senior*

MARKÒ CARLO SENIOR
Leutschau (Slovacchia) 1791 - Firenze 1860
Figlio di un ingegnere, fu avviato alla carriera paterna, ma contemporaneamente studiò all'Accademia di Vienna. Si trasferì in Italia nel 1832, prima a Roma e poi a Firenze dal 1840. Con il 1841 iniziò a esporre all'Accademia fiorentina (Veduta del ponte sull'Arno dell'architetto Rodolfo Castinelli, Veduta di un fiume fra i dirupi), riscuotendo subito tanto successo da aprire una scuola privata di pittura di paesaggio. Fu tra i soci fondatori della Promotrice fiorentina dove espose con regolarità dal 1845. Da quel tempo iniziò a dipingere soggetti sacri ambientati nel paesaggio, rimeditati sui grandi esempi di C. Lorrain (La gita in Emmaus, 1845, Milano, Pinacoteca di Brera). Nel 1846 acquistò la Villa medicea di Lappeggi sulle colline di Firenze, dove avrebbe vissuto fino alla morte. L'anno seguente il suo Ritorno di Tobia alla casa paterna fu comprato dal granduca di Toscana; seguirono La vocazione di Pietro, L'incontro di Giacobbe con Labano e infine Agar e Ismaele (1852). Nel 1853 si recò in Ungheria per alcune committenze, fra cui quella per un soggetto mitologico, genere estraneo al suo repertorio.
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