Koch Josef Anton *
Obergiblen (Austria) 1768 - Roma 1839
Formatosi in Germania presso lo scultore I. Ingerl e il pittore J. J. Mettenleiter, dal 1793 al 1794 si trasferì in Svizzera dedicandosi al paesaggio. Stabilitosi a Roma nel 1795, strinse amicizia con A. J. Carstens che lo introdusse alla conoscenza delle antichità di Roma, di Michelangelo e di Raffaello, alla mitologia e alla letteratura. Verso il 1799, sotto l’influenza di J. C. Reinhart, concepì un modello di paesaggio storico-mitologico, ispirato a quello ideale e classico di N. Poussin, che giungerà a maturazione nel 1805 in Paesaggio con l'arcobaleno (Karlsruhe, Staaliche Kunsthalle), significativamente chiamato dall’autore Grande paesaggio greco. Adotterà i medesimi criteri compositivi nell’illustrare temi mitologici e letterari. Legato da profonda amicizia con i Nazareni, collaborò con loro nella decorazione di Casa Bartholdy (1816-1818) e in quella del Casino Massimo (stanza di Dante, 1825). Dal 1812 al 1815 visse a Vienna, dove frequentò lo scrittore F. Schlegel e la sua cerchia. Tornato a Roma nel 1815, arricchì la sua pittura di una maggiore drammaticità (Macbeth e le streghe, Basilea, Kunstmuseum), mentre ne velava la luminosità. Nel 1834 pubblicò il Kunstchronik, in cui illustrò le sue teorie artistiche e la vita romana di quegli anni.