Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Koch Josef Anton *

KOCH JOSEF ANTON
Obergiblen (Austria) 1768 - Roma 1839
Formatosi in Germania presso lo scultore I. Ingerl e il pittore J. J. Mettenleiter, dal 1793 al 1794 si trasferì in Svizzera dedicandosi al paesaggio. Stabilitosi a Roma nel 1795, strinse amicizia con A. J. Carstens che lo introdusse alla conoscenza delle antichità di Roma, di Michelangelo e di Raffaello, alla mitologia e alla letteratura. Verso il 1799, sotto l’influenza di J. C. Reinhart, concepì un modello di paesaggio storico-mitologico, ispirato a quello ideale e classico di N. Poussin, che giungerà a maturazione nel 1805 in Paesaggio con l'arcobaleno (Karlsruhe, Staaliche Kunsthalle), significativamente chiamato dall’autore Grande paesaggio greco. Adotterà i medesimi criteri compositivi nell’illustrare temi mitologici e letterari. Legato da profonda amicizia con i Nazareni, collaborò con loro nella decorazione di Casa Bartholdy (1816-1818) e in quella del Casino Massimo (stanza di Dante, 1825). Dal 1812 al 1815 visse a Vienna, dove frequentò lo scrittore F. Schlegel e la sua cerchia. Tornato a Roma nel 1815, arricchì la sua pittura di una maggiore drammaticità (Macbeth e le streghe, Basilea, Kunstmuseum), mentre ne velava la luminosità. Nel 1834 pubblicò il Kunstchronik, in cui illustrò le sue teorie artistiche e la vita romana di quegli anni.
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