Irolli Vincenzo *
Napoli 1860 - 1949
Secondo i suoi appunti autobiografici, l’artista frequentò dal 1877 l’Accademia di Napoli sotto la guida di A. Licata, F. Maldarelli, G. Toma e S. Lista. Nello stesso anno fu «colpito dal delirio» per I parassiti dello scultore A. D’Orsi e per il dipinto Corpus Domini di F. P. Michetti, entrambi presentati all'Esposizione Na-zionale di Napoli. Fu proprio la lezione del virtuosismo tecnico michettiano a indirizzarlo verso una pittura audace e d'effetto, presto rivisitata alla luce degli intensi ritratti di A. Mancini (Ritratto del pittore Garibaldi Gariani, coll. privata). Nel 1879 esordì con La felice rimembranza alla Promotrice partenopea, dove continuò a esporre fino al 1915-1916 (1885, Per l'onomastico dello zio; Impressione del contrabassista Franchi; Si diventa così; Ritratto dell'avvocato Monaci). Trattò sia l’olio, anche in bianco e nero, sia l’acquerello e predilesse opere di genere (Il Cappone Natalizio, Napoli, Municipio; Sola a pregare, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), ritratti, bozzetti dal vero e soggetti religiosi di chiara derivazione morelliana. Partecipò a numerose esposizioni conquistando una rapida popolarità: fu presente fra l'altro a Milano dal 1880 al 1912 (1886, Rinascimento, Mio ideale-ritratto dell'autore; 1906, Resurrecturus); nel 1883 espose a Firenze (Per croci dorate, croce nera) e a Roma (Capriccio); sempre a Roma partecipò alle mostre degli Amatori e Cultori fra il 1886 e il 1913 (1908, Culla vuota). Sul finire del secolo unì alla pittura da cavalletto l’esperienza di decoratore, partecipando al ciclo pittorico del Caffè Gambrinus con il riquadro Piedigrotta. Nel Novecento la sua maniera piacevole continuò a raccogliere consensi all’estero, mentre in patria subiva aspre critiche, comprese quelle di A. Soffici. Fu socio del Circolo Artistico di Napoli e dal 1902 professore onorario dell'Accademia.