Gualdi Antonio *
Guastalla (Reggio nell'Emilia) 1796 - 1865
Di famiglia agiata, fu avviato agli studi di retorica per poi passare nel 1814 all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove fu allievo di P. Benvenuti. Durante il promettente corso accademico eseguì Nascita della Vergine (cattedrale di Brescello, Reggio nell’Emilia), prossima ai modi di G. Bezzuoli, con il quale il giovane strinse legami mantenutisi anche dopo la partenza da Firenze. Nel 1821 e nel 1824 inviò alle mostre dell’Accademia parmense opere di soggetto storico e religioso e nel 1824 donò all’arciduchessa Maria Luigia la Carità Romana (Parma, Galleria Nazionale). Dopo un soggiorno a Roma (fra il 1824 e il 1826), alla scuola di T. Minardi, rientrò a Guastalla e qui si applicò soprattutto alla ritrattistica (Guastalla, Biblioteca Maldotti) e alla committenza ecclesiastica (San Francesco Solano, 1833, parrocchiale di Reggiolo; Sant'Antonio Abate, pieve di Guastalla). Nel 1836 si trasferì a Milano, introdotto nell’ambiente artistico dall’antico maestro Benvenuti. Dal 1837 partecipò con regolarità alle esposizioni di Brera, soprattutto con ritratti (1837, Ritratto di Rasori) e con soggetti storico-letterari, comuni alla cultura romantica lombarda, mostrando una disinvolta capacità di adeguarsi ai diversi generi, eroico, sentimentale, patriottico, esotico. Nella variata produzione di quegli anni figurano la grande tela dantesca dell’Ugolino (1838, Guastalla, Palazzo Comunale), dalle evidenti affinità con lo stesso soggetto di G. Diotti, e La Madre di Mosè prega pel figlio affidato alla corrente del Nilo (1841, Bologna, Galleria d'Arte Moderna), che sarà acquistato da P. Pelagi per la sua collezione e che testimonia di un avvicinamento ai modi e alla tavolozza di F. Hayez. Mentre nella ritrattistica (molte opere a Milano, Quadreria dell'Ospeda le Maggiore; Autoritratto, 1863, coll. privata) mantenne caratteri omogenei di naturalezza e di attenzione psicologica, nella pittura storica e religiosa si mosse su diversi registri, passando dai modi del Romanticismo troubadour al gusto per le grandiose orchestrazioni scenografiche, come nel San Ludovico re di Francia con vari santi in gloria (esposto a Brera nel 1844, chiesa di Santa Maria di Campagna, Piacenza, tradizionalmente attribuito a P. Bozzini). Nel 1857 espose a Milano per l'ultima volta per poi ritirarsi a Guastalla, a causa di gravi disturbi agli occhi. Nel luglio del 1859, su proposta di A. Malatesta, fu nominato professore onorario presso l’Accademia Atestina di Modena.