Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Gozzi Marco *

GOZZI MARCO
San Giovanni Bianco (Bergamo) 1759 - Milano 1839
Di umili origini, studiò a Bergamo, spaziando agli esordi fra pittura di tema sacro, ritrattistica e affreschi decorativi. Appartengono alla sua prima attività le scene goldoniane, alla maniera di G. D. Tiepolo, realizzate per il cortile di una casa bergamasca (oggi nel Palazzo della Congregazione della Carità di Bergamo) e la decorazione di tema paesistico per Villa Gosis a Redona (Bergamo), dove mostra di collegarsi agli esempi di V. Bonomini. Il trasferimento a Milano segnò la sua fortuna artistica: nel settembre del 1807 ebbe l'incarico dal viceré E. Beauharnais di realizzare tre quadri di paesaggio l’anno in cambio di una pensione governativa (1817-1827). Concepite come rilievi del territorio lombardo, tali opere lo sollecitarono a discostarsi progressivamente dalla tradizione del paesaggio arcadico per aderire con maggiore puntualità all’aspetto dei luoghi raffigurati: esemplare in tal senso è La fonderia dei cannoni a Caionvico (1809, Milano, Pinacoteca di Brera). Un soggiorno a Roma e a Napoli nel 1812 non lo distolse da quest’orientamento, che assecondò anche dopo l’avvento dell'amministrazione austriaca, per la quale documentò numerose opere di ingegneria civile (Paesaggio con ferriera, 1820 ca.; Veduta della casa e prima galleria di Varenna a Bellano, 1829; Veduta dei ponti di Sedrina, 1830, Milano, Pinacoteca di Brera). Ritornò con assiduità alle esposizioni accademiche di Brera, dove aveva esordito nel 1813. Fu indicato dai contemporanei come l'iniziatore del Paesaggismo lombardo, ma nel corso degli anni '30 la sua pittura, sempre ancorata alla puntuale analisi del dettaglio, parve ormai sorpassata, rivelando anche i segni di una certa stanchezza cromatica e compositiva (Paese di composizione, 1836, Milano, Pinacoteca di Brera).

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