Giovannini Vincenzo *
Todi (Perugia) 1816 - Roma 1903
Trasferitosi giovanissimo a Roma, dove frequentò i corsi di disegno e pittura dell’Ospizio di San Michele, poté poi usufruire di un sussidio del comune di Todi, a cui inviava da Roma le sue prime prove (Il Vesuvio, La piramide di Caio Cestio, perduti). Le precarie condizioni economiche lo spinsero a dedicarsi soprattutto alla pittura di vedute, molto richiesta da mercanti e viaggiatori, scegliendo soggetti che trattò ora in un'accezione “capricciosa” mutuata da G. P. Pannini (Paesaggio con ruderi di architetture romane, Todi, Pinacoteca Civica), ora con puntuale fedeltà filologica (Veduta del Foro Romano). Fu anche abile copista (fra gli altri, Gentiluomo con cane, da B. Passerotti; Ritratto di giovane donna, 1839, da M. Venusti, Todi, Pinacoteca Civica). A Roma espose con la Società degli Amatori e Cultori delle Belle Arti (1872, Via Flaminia) e partecipò alla decorazione del Caffè Greco. Sono inoltre ricordati dalle fonti soggetti di cronaca cittadina e una notevole Veduta di Castelporziano (1868, perduta).