Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Gandolfo Giuseppe *

GANDOLFO GIUSEPPE
Catania 1792 - 1855
Nel 1819 si trasferì a Roma dove strinse rapporti con il pittore trapanese G. Errante. L’anno successivo si spostò a Firenze, alla scuola di P. Benvenuti, formandosi a un accademismo neoclassico che costituirà il fon-damento di tutto il suo stile successivo. In Toscana, grazie ai buoni uffici del cardinale Opizzone, poté lavorare per l’aristocrazia lorenese e dedicarsi nello stesso tempo allo studio dei maestri del Cinquecento, misurandosi con i suoi primi temi mitologici (Apollo assiso sotto l'albero che suona la cetra, Telemaco presentato da Mentore a Idomeneo). Nel 1822, a causa della salute malferma, fu costretto a tornare in patria, trovando buona accoglienza come ritrattista della borghesia e della aristocrazia catanesi, tanto da riuscire presto a competere con la già affermata scuola palermitana di T. Riolo e di G. Patania. La sua maniera, soprattutto nella fase matura, si mantenne legata a una rigorosa impostazione neoclassica, ravvivata dalla finezza di esecuzione e dall’attenta resa dell’ambientazione: ne sono esempio particolarmente alcuni ritratti conservati a Catania nel Museo Civico (Autoritratto in veste di contadino; Carmelo Mirone, 1839; Raffaello Zappalà Finocchiaro, 1844; Clementina Gandolfo) e in collezione privata (Fernanda Grifeo duchessa di Carcaci; Lucrezia Tedeschi principessa di Biscari). Il Ritratto di Emanuele Rossi si trova nelle raccolte dell’Accademia Zelantea ad Acireale, dove si conserva anche un paesaggio dal titolo Chiaro di luna, che l’artista replicò più volte.
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