Fragiacomo Pietro *
Trieste 1856 - Venezia 1922
Si trasferì a Venezia con la famiglia nel 1868. Dopo una iniziale attività di operaio a Treviso, dal 1877 poté iscriversi alla veneziana Accademia di Belle Arti, dove seguì i corsi di pittura di paesaggio di G. Ciardi e D. Bresolin e quelli di prospettiva di T. Viola. Nel frattempo strinse amicizia con E. Tito, che lo accompagnò spesso nei suoi esercizi di pittura dal vero, e con G. Favretto: l’influenza di quest'ultimo è ravvisabile in Un curioso accidente, con cui esordì a Torino nel 1880. Abbandonata la pittura di genere per dedicarsi al paesaggio, scelse soggetti lagunari, spesso ripetuti, ma variati dal sentimento lirico con cui erano colti. La sua prima maniera, dai toni spenti, risentì dell’influsso del milanese F. Carcano, mentre in seguito raggiunse una pittura più mossa e corposa, con tenui intonazioni cromatiche legate a una tavolozza più luminosa. Nel 1890 si presentò alla I Esposizione del Circolo Artistico triestino (In laguna, Sera, Venezia, Mattina sulla laguna), ma ottenne la prima vera affermazione alla Triennale di Milano del 1891 con Pace e D'inverno (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna). Fra il 1889 e il 1892 i viaggi lo portarono a Costantinopoli, a Monaco di Baviera, a Parigi. Nel 1893 fu premiato a Roma per La campana della sera (Trieste, Museo Revoltella) e dal 1895 al 1922 espose con assiduità alla Biennale di Venezia: molti suoi dipinti sono infatti conservati in questa città, presso la Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro (Al vento, 1897; Tramonto triste, Piazza San Marco, 1899; Le rondini). Ritornò a partecipare alle mostre triestine nel 1903 (Capri, La musica) e nel 1904 (Raggio di sole, Notte di luna) e comparve alla I Esposizione Provinciale Istriana del 1910 (Pirano, Giornata burrascosa, Camino de Albijazza). Nella fase più tarda della sua produzione accolse anche elementi divisionisti (La Malcontenta, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna).