Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Fortuny Y Madrazo Mariano *

FORTUNY Y MADRAZO MARIANO
Granada (Spagna) 1871 - Venezia 1949
Figlio di M. J. Fortuny y Carbó, si formò a Parigi, frequentando fra il 1876 e il 1885 lo studio di B. Constant ed entrando in contatto con personalità artistiche come J. L. E. Meissonier, J. L. Gérôme e G. Boldini. Nel 1889 si trasferì con la madre a Venezia. Esordì a Monaco nel 1896, con un soggetto wagneriano (Le fanciulle Fiore) e nello stesso anno prese parte all’Esposizione fiorentina con nove opere tra oli, acqueforti e pastelli. Particolarmente attratto dalla fase artigianale della produzione pittorica, toccò generi e tecniche diverse (Parsifal, 1890; Wotan che colpisce la roccia, Venezia, Museo Fortuny). Nella sua opera, l’estrema versatilità formale oscilla fra serpentine linee neosettecentesche (Cammino verso il Graal, Venezia, Museo Fortuny) e romantiche accentuazioni bӧckliniane (Autoritratto, Venezia, Museo Fortuny). Il ricorso alla fotografia emerge con evidenza sia nelle numerose vedute veneziane sia nella ritrattistica. Fin dal 1899 si interessò di scenografia, lavorando anche ai sistemi di illuminazione teatrale.
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