Favretto Giacomo *
Venezia 1849 - 1887
Figlio di un artigiano, ebbe come primo maestro F. Vason. Fra il 1865 e il 1870 frequentò l'Accademia di Venezia seguendo i corsi di M. Grigoletti e P. Molmenti ed entrò poi nello studio di quest’ultimo. Approfondita la conoscenza della pittura veneziana del Cinquecento e del Settecento, ottenne il primo successo all'Esposizione di Milano del 1873 con La lezione di anatomia (Milano, Galleria d’Arte Moderna), dove emerge un esplicito riferimento alla pittura olandese di interni. Le opere del primo periodo risentono nella scrupolosa attenzione al vero e nei ricercati effetti luministici anche dell’influenza di M. Cammarano, che all'epoca aveva soggiornato a Venezia già diverse volte. Unito a G. Ciardi da un vincolo di profonda amicizia, grazie a lui ebbe modo di conoscere la pittura macchiaiola e di seguire le ricerche di F. Zandomeneghi: contatti importanti per la sua evoluzione di quegli anni (In attesa degli sposi, 1879, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna). Dall'attenzione alla pittura di J. L. E. Meissonier e di M. Fortuny, maturata probabilmente durante la visita all’Esposizione Universale di Parigi del 1878, elaborò quella svolta in favore di un accentuato virtuosismo già percepibile nelle opere dei primi anni '80, che mostrano una tavolozza più chiara e un tocco sciolto e vibrante: come II sorcio (esposto a Torino nel 1880 insieme a Stampe e libri) o Vandalismo, esposto a Milano nel 1880. Il successo dei suoi soggetti di vita veneziana alle mostre parigine fu confermato dal mercato inglese e tedesco. Le ultimissime opere (Al liston, 1887, Roma Galleria Nazionale d'Arte Moderna; Liston moderno, coll. privata) riassumono bene il percorso dell’artista, giunto a formulare con ottica verista e angolature inedite una lettura moderna dei temi di tradizione tiepolesca, fornendo nel contempo un modello seguitissimo nella successiva pittura veneziana.