Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Fanti Erminio *

FANTI ERMINIO
Parma 1821 - 1888
Padre di Enrico, ereditò da G. Boccaccio, suo insegnante all'Accademia di Parma, il gusto per le inquadrature scenografiche (Cortile rustico, Parma, Istituto d’Arte Toschi) e da G. Drugman la raffinatezza cromatica (Castello di Montechiarugolo visto dall'Enza, Parma, Galleria Nazionale). Nel 1847 vinse il pensionato romano (documentato da un album di disegni): da Roma inviò a Parma, come saggio, una Veduta di Castel Gandolfo (Parma, Galleria Nazionale). Nel 1849, all’arrivo dei francesi, riparò a Tivoli, dove realizzò numerose vedute, probabilmente le stesse che alcuni anni dopo presentò alle esposizioni di Mi-lano (1862, I dintorni della campagna romana), Torino (1864, Le cascatelle di Tivoli) e Vienna (1873, Veduta di Tivoli). Rientrato nel 1850 nella sua città ebbe la nomina all'Accademia per la cattedra di paesaggio, intrecciando in seguito rapporti anche con la vicina Modena, come attesta la sua partecipazione alla Mostra dell'Atestina del 1861 (Chiesa di San Giovanni). Fu anche autore di gustose scenette popolari (Giocolieri in una piazza di paese, Parma, coll. Cassa di Risparmio) e di soggetti risorgimentali (Bivacco dei bersaglieri, Parma, Istituto d'Arte Toschi).
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