Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Errante Giuseppe *

ERRANTE GIUSEPPE
Trapani 1760 - Roma 1821
Dalla Scuola di Disegno dello scultore trapanese D. Nolfo, nel 1763 passò a studiare a Palermo con padre F. da San Biagio e con G. Martorana. Tornato a Trapani, circa nel 1780 dipinse Le anime del Purgatorio (bozzetto, Trapani, Museo Pepoli). Nel 1784 era a Roma, dove frequentò lo studio dell’architetto G. Barberi ed eseguì la pala per la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio e l’affresco con Le nozze di Amore e Psiche a Palazzo Altieri. Nel 1786 dipinse Le anime del Purgatorio nella cupola della chiesa dell’Orazione e Morte di Civitavecchia. Fra il 1787 e il 1788 fu a Napoli, dove fece omaggio a Ferdinando IV del dipinto Leda con Giove cambiato in cigno, procurandosi un pensionato annuo a Roma. Nel 1791 ottenne dal re l’istituzione di una Scuola di Belle Arti a Trapani. Intorno al 1794 ebbe l’incarico di affrescare una sala della reggia di Caserta ma, accusato di complotto antiborbonico, fu costretto a rifugiarsi a Milano. Qui risiedette dal 1795 al 1810, affiancando all’attività di pittore quella di maestro di scherma. In questi anni maturò la svolta in senso neoclassico e realizzò le sue opere più note, come la celebrata Morte di Antigone. Nel 1804 ca. inviò a Parigi alcune tele (Artemisia piangente, Endimione addormentato, Psiche) e nel 1806, in occasione della venuta di Napoleone a Milano, espose a Brera una serie di dipinti celebrativi. Nel 1810 fu chiamato a Napoli da Murat, ma si fermò a Roma per ragioni di salute e vi restò fino alla morte. Sue opere si trovano al Museo Pepoli di Trapani (fra le altre, Ritratto di Timoleonte cieco, Immacolata, La morte di Antigone) e in raccolte private (Ritratto della signora Gherardi e della figlia, Danae): da esse emerge una figura complessa, ancora poco indagata, che partendo da una formazione settecentesca, sotto l'influsso di A. R. Mengs e A. Appiani, seppe adeguare il suo linguaggio ai modi neoclassici, con esiti spesso innovativi.
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