Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Detti Cesare Augusto *

DETTI CESARE AUGUSTO
Spoleto (Perugia) 1847 - Parigi 1914
Giovanissimo, fu allievo a Roma di F. Podesti, di F. Coghetti e di M. Fortuny. Passò presto dalla produzione di piccoli acquerelli di costume alla pittura a olio, prediligendo soggetti di genere che, grazie a una smagliante tavolozza, furono giudicati «irresistibili» da amatori e collezionisti. Trasferitosi a Parigi negli anni '70, iniziò a esporre al Salon fin dal 1879, con ampi consensi, pur continuando a inviare opere anche alle più importanti rassegne italiane (nel 1877, a Napoli, L'addio alla patria e nel 1880, a Torino, Bottino di guerra e Perduti tra la nebbia). L'attenzione del mercante A. Goupil contribuì al suo successo e allargò la notorietà del pittore anche al mercato inglese e americano. Fu presente alle mostre di Parigi (1889, Temps heureux, L’Aurore, Trois bons amis, Un mariage; 1890, Le tricheur), a Milano (1906, Ballo dell'Opéra-Paris, Raggio di sole, Preghiere della sera); la sua ricchissima produzione fu improntata a quel gusto pasticheur con cui l’artista combinò virtuosismi neofiamminghi (Il Duca di Guisa, teatro Nuovo, Spoleto) e leziose citazioni da esempi inglesi e francesi del Settecento (La passeggiata in villa, Le signorine Detti e il Ritratto di signora col cagnolino, tutti alla Pinacoteca Comunale di Spoleto), guardando anche a J. L. E. Meissonier e in parte a Fortuny.
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