Delleani Lorenzo *
Pollone (Vercelli) 1840 - Torino 1908
Iniziò gli studi a Saint-Jean-de- Maurienne in Savoia; dal 1854 fu allievo di E. Gamba all'Accademia Albertina di Torino e, fra il 1858 e il 1863, di C. Arienti e A. Gastaldi. Dopo l’esordio nel 1855 alla Promotrice di Torino, con l’acquerello Testa di vecchio, si affermò con opere di impianto accademico-romantico, alcune di soggetto storico (1860, Episodio dell'assedio di Ancona) e altre in linea con il modello Meissonier (Ritorno dal battesimo, 1866, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna). Nei soggiorni compiuti nei primi anni '70 a Venezia e a Firenze coltivò lo studio della pittura antica, realizzando tele ispirate alle vicende storiche locali e caratterizzate da una spiccata attenzione per il dettaglio (Sebastiano Veniero presenta alla Signoria veneta i prigionieri della battaglia di Lepanto, esposto al Salon parigino del 1874). Il decennio successivo segnò il progressivo abbandono del genere storico per la pittura di paesaggio, inizialmente influenzata dalla personalità di A. Fontanesi (Quies, esposto a Milano nel 1881). All'inizio degli anni '80 viaggiò nel Nordeuropa studiando anche qui gli antichi maestri, soprattutto Rembrandt (Sotto Natale-La macelleria, 1882, Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti). Determinante nello sviluppo della sua pittura fu il viaggio compiuto nel 1883, con il poeta L. Camerana, in Germania e Olanda: in numerose tavolette tracciò un diario per immagini, raffigurando la realtà di quei luoghi con immediatezza e con attenzione ai valori della luce (Amsterdam, Il mulino di Leyda, 1883, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna). Da allora la sua ricerca di paesaggista si sviluppò attraverso centinaia di dipinti su tavola di piccole dimensioni, spesso eseguiti all’aperto e tutti puntualmente datati, con giorno, mese e anno, a sottolineare lo stretto rapporto del pittore con la natura e le sue atmosfere luminose. La tecnica pittorica fu connotata da rapidi tocchi di pennello, con attenzione specifica ai valori cromatici e luministici resi nei colori prediletti, dai gialli alle infinite sfumature dei verdi (Lago a Morozzo, 1882; Mercato a Porta Palazzo, 1891, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna). Degli anni '80 sono anche alcuni quadri di soggetto orientale, il cui esotismo appare filtrato dalla conoscenza delle opere di D. Morelli, presenti alla Esposizione torinese del 1880. Il suo successo fu confermato dall'intensa attività espositiva, che culminò con la partecipazione alla Biennale di Venezia del 1905 con quaranta dipinti.