De Maria Mario (Marius Pictor) *
Bologna 1852 - 1924
Nipote dello scultore neoclassico G. De Maria, in giovane età si orientò verso studi musicali (era parente di un direttore d'orchestra) e solo nel 1872 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove frequentò i corsi di A. Puccinelli. In compagnia dell'amico L. Serra visitò diverse capitali europee, e nel corso del 1880 fu a Venezia. Trasferitosi a Roma nel 1882, frequentò l’ambiente letterario e artistico del Caffè Greco e conobbe N. Costa e V. Cabianca, che lo introdussero nel gruppo della Società “In Arte Libertas”: all'Esposizione sociale del 1886, partecipò con diciotto paesaggi e scene notturne (tra cui Danza di satiri e Saggio di luna) e a quella successiva con studi sul colore, che suscitarono grande interesse per la capacità di «dare un’apparenza di reale alle più vaghe immagini della mente». Nel 1889, quando aveva studio in via Margutta, presentò alla Mostra degli Amatori e Cultori paesaggi veneziani e romani, sia a olio sia ad acquerello. Negli stessi anni espose a Parigi, a Londra e a Berlino, dove nel 1886 fu premiato per Pont-Neuf. Dopo altri viaggi in Europa, dal 1891 si trasferì a Venezia: anche in questa città partecipò attivamente alla vita culturale, strinse rapporti con G. D’Annunzio e P. Molmenti e fu uno dei fondatori della Biennale di cui, con B. Bezzi, progettò la facciata del padiglione principale. Dal 1894 prese a firmarsi “Marius Pictor”. Suoi dipinti furono presenti alle Biennali di Venezia fino alla personale allestita nel 1909. Legato alla sensibilità decadentista, tinse di valori simbolici le predilette visioni notturne intrise di bagliori fosforici (Effetto di luna, 1890, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna).