De Gregorio Marco *
Resina (Napoli) 1829 - 1876
Si formò con C. Guerra all’Accademia di Napoli presentando i suoi primi lavori, ritratti e soggetti storici, alle esposizioni borboniche del 1848, del 1855 e del 1859. Interessato alla ricerca realista sin dalla fine degli anni '50 (La passeggiata del prete, bozzetto, 1857, Napoli, Museo di San Martino), insieme a F. Rossano, dopo l'Unità diede vita a Portici alla cosiddetta Scuola di Resina. Nelle opere eseguite tra il 1863 e il 1867 (Veduta di Porta Grande dall'interno del Parco di Capodimonte e Strada di Casacalenda, Napoli, Museo di Capodimonte), l’artista mise a punto una resa attenta e minuziosa del dato naturale e una chiara definizione prospettica, basata sui rapporti fra luce e ombra. A tali risultati dovette giungere sia tramite la lezione di F. e N. Palizzi sia attraverso l'incontro con A. Cecioni, a Napoli dal 1863: amicizia assai prolifica, che metterà in contatto De Gregorio con i pittori macchiaioli e che è testimoniata anche da due ritratti dello scultore eseguiti nel 1866 (Ritratto di Adriano Cecioni che scolpisce il Suicida, coll. privata) e nel 1868 (Nello studio di uno scultore, coll. privata). Presente alle promotrici napoletane dal 1862 fino al 1876 (1863, Aspromonte, La Vendemmia; 1864, L'operaia e il seduttore, La fine di un uomo di principi), nel 1868 si recò in Egitto dove fece studi e fotografie, e dipinse il sipario del teatro del Cairo. Tornato a Napoli nel 1871, utilizzò le immagini prese dal vero per realizzare dipinti di tema orientale (Mercato arabo, Napoli, Galleria dell'Accademia), molti dei quali per il mercante A. Goupil, conosciuto in un probabile viaggio a Parigi nel 1872. Sempre attento alla definizione del reale, nei quadri di paesaggio proseguì le sue ricerche sulla luce in sintonia con quelle macchiaiole (Nella Villa, Napoli, Amministrazione Provinciale), mentre nei quadri di soggetto contadino e popolare assunse un verismo severo dai toni spesso crudi (Zappatore e Contadino di Somma, Napoli, Museo di Capodimonte).