Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Conconi Mauro *

CONCONI MAURO
Milano 1815 - 1860
Iscrittosi a Brera nel 1832 ebbe tra gli insegnanti L. Sabatelli e C. Bellosio, del quale fu uno degli allievi prediletti (a testimonianza di questo legame resta il tardo Ritratto del pittore Carlo Bellosio, 1851,Milano, Galleria d’Arte Moderna). Dopo gli studi seguì il maestro in Piemonte dove collaborò fino al 1842 alla decorazione a fresco delle ville reali di Pollenzo e Racconigi. Frattanto, con opere da cavalletto, otteneva diversi premi ai concorsi accademici (Venezia 1840, Bologna 1841) e alle mostre di Brera (1842, La condanna di Parisina; 1844, Rinaldo e Armida, Milano, Galleria d'Arte Moderna): produzione legata soprattutto a temi letterari e mitologici in sintonia con il gusto romantico del tempo o, come Una lagrima ai prodi d'Italia morti nel I848 e 1849, scaturiti dal patriottismo fervente che lo portò a declinare ogni commissione governativa e a rinunciare nel 1851 alla nomina a consigliere dellAccademia di Brera. Nell'intensa attività di frescante fu in particolare apprezzato dalla committenza ecclesiastica per la chiarezza del linguaggio adottato, ritenuto efficace sui fedeli (Parrocchiale di Origgio, 1844; chiese di Malnate, 1845; Uboldo, 1846 e Galliano, 1849; cattedrale di Lodi, 1854; chiesa di Vigevano, 1858). Nel 1857 ottenne la commissione, poi disdetta, per il sipario del teatro alla Scala (bozzetto con Trionfo d'Orfeo, Milano, Galleria d’Arte Moderna).
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