Ciseri Antonio *
Ronco (Svizzera) 1821 - Firenze 1891
Trasferitosi a Firenze nel 1833 con il padre decoratore, frequentò l'Accademia di Belle Arti ed esordì nel 1842 con un soggetto tipico del Romanticismo storico: Carlo V che si china a raccogliere il pennello a Tiziano. L’anno seguente vinse il concorso triennale dell’Accademia con un San Giovanni che rimprovera Erode e Erodiade. Da allora si dedicò ai soggetti religiosi, inizialmente influenzati dallo stile di G. Bezzuoli, poi dagli esempi di D. Morelli. Intraprese anche una fortunata attività di ritrattista e dal 1849 il suo studio assunse la funzione di una vera scuola privata. Dal 1852 al 1863 fu impegnato nel Martirio dei fratelli Mac-cabei per la chiesa fiorentina di Santa Felicita, opera della complessi genesi creativa e di assoluta novità nell’evoluzione del quadro di storia. Sposatosi nel 1855 con Cesira Bianchini, nello stesso anno ritrasse la Famiglia Bianchini (coll. privata), dono del pittore ai parenti della sua sposa; le doti di raffinato ritrattista emergono anche dalle numerose effigi di personalità della cultura e della politica toscane degli anni del Risorgimento (F. Domenico Guerrazzi, 1873-1874; Gino Capponi, 1876; Giovanni Dupré, 1886). Nel 1870, terminato il Trasporto di Cristo al Sepolcro per il Santuario della Madonna del Sasso (Locarno) ottenne dal governo l’incarico di dipingere un’opera a suo piacimento ed egli scelse come tema l’Ecce Homo (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti): nel quadro, che lo impegnò fino alla morte, veniva esemplificata la sua idea di rappresentazione storiografica del soggetto religioso, in equilibrio fra il Naturalismo e l’estetismo accademico contemporaneo. Negli anni della maturità di dedicò a una vasta serie di quadri devozionali (chiesa del Santo Sepolcro, Gerusalemme) soprattutto per le chiese fiorentine, continuando a un tempo la sua intensa attività di ritrattista.