Chierici Alfonso *
Reggio nell'Emilia 1816 - Roma 1873
Figlio di un usciere comunale, frequentò dal 1828 al 1832 le lezioni di figura e di paesaggio alla Scuola di Belle Arti di Reggio con P. Minghetti, ottenendo diversi premi. Trasferitosi all’Accademia di Modena nel 1833, allievo di B. Rossi, ottenne l’anno successivo il pensionato per Roma, prorogato fino al 1839. Qui seguì la Scuola del Nudo dell'Accademia di San Luca ed entrò nella cerchia di T. Minardi: lo stretto legame con il maestro è visibile nella matrice purista dei dipinti inviati in quel periodo a Reggio (Lo studio del pittore, 1837, Modena, Museo Civico) come nel saggio di pensionato (I profanatori del tempio, Reggio nell’Emilia, Museo Civico) che nel 1844 espose a Roma e a Milano insieme al S. Biagio (Reggio nell'Emilia, Museo Civico). Stabilitosi a Roma, divenne noto come raffinato pittore di costumi alla L. Robert (Donna d'Ischia, Modena, ex Genio Civile) e di “scene di cappuccini” (coll. privata), genere aggiornato da F. Bombelli e V. Chialli. Nelle opere di soggetto sacro che lasciò nelle chiese della sua città, dopo un inizio ancora venato di retaggi correggeschi e neoclassici (La Vergine con Santi, chiesa del Buon Pastore), approdò a una cifra neoquattrocentesca di marca purista (L'Annunciazione, 1839, chiesa di Santa Teresa; Madonna e santi, 1841, coll. privata) per poi filtrare un elegante linguaggio raffaellesco (Madonna e SS. Francesco, Lucia, Apollonia, Agata, 1854, Basilica della Madonna della Ghiara). Per R. Gentilucci lavorò alla Galleria Dantesca (1861) e alla Galleria Shakespeariana (1861, bozzetti, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna). Tra i suoi committenti vi furono esponenti dell'aristocrazia lombarda, come T. Scotti di Gallarati (Marcantonio Colonna davanti a Pio V, 1850, disperso) e la contessa G. Samoyloff. Fu autore del contestato sipario per il teatro Municipale di Reggio dove sostituì la censurata figura dell'Italia con quella del Genio delle Arti (Il Genio che mostra alle Arti i più chiari uomini d'Italia, 1857) e realizzò un vasto corpus di disegni della campagna romana che risentono del tratto nitido dell'amico A. Castelli (Reggio nell’Emilia, Museo Civico). Dal 1853 fu eletto accademico di San Luca e dal 1870 ne divenne consigliere.