Carlandi Onorato *
Roma 1848 - 1939
Abbandonati gli studi giuridici, frequentò i corsi di F. Coghetti, A. Capalti e G. De Sanctis presso l’Accademia di S. Luca. Arruolatosi nel 1866 volontario con Garibaldi, nel 1867 fu costretto a rifugiarsi a (Napoli; qui poté seguire i corsi di D. Morelli presso l'Accademia di Belle Arti. Esordì nel 1871 a Roma, alla mostra dell'Associazione Artistica alla Casina del Pincio, con La barca dei fratelli Cairoli (coll. privata), opera di ispirazione patriottica, ma dove era già evidente la sua predilezione per il paesaggio. L'anno seguente rea-lizzò I prigionieri di Mentana (Roma, Museo di Roma a Palazzo Braschi), premiato nel 1873 all'Esposizione della Società degli Amatori e Cultori e nel 1877 all’Esposizione Nazionale di Napoli. Lavorò per qualche tempo per l’impresario Filippieri, realizzando scenografie per il teatro Argentina e il Politeama di Trastevere. Dal 1874, preso uno studio con lo scultore A. Cencetti, si dedicò esclusivamente al paesaggio. Nel 1876 fondò la Società degli Acquarellisti Romani con P. Joris, C. Biseo, C. Maccari ed E. Roesler Franz. Nel 1880 con V. Cabianca si recò per la prima volta in Gran Bretagna, da dove ritornò affascinato dalla pittura di W. Turner, J. Constable, D. Cox e P. De Wint e con numerosi paesaggi di quei luoghi (Ricordi d'Inghilterra, esposti presso l'Associazione degli Acquarellisti nel 1881); preso studio a Londra vi tornò ripetutamente, esponendo alla Royal Academy fino al 1889. Nel 1886, con N. Costa e Cabianca, fu tra i fondatori della Società “In Arte Libertas”, alle cui mostre parteciperà con continuità, e dal 1904 fu nel gruppo dei “XXV della Campagna Romana”, con il soprannome di “Cicala”. Da questa data suo soggetto privilegiato fu l'Agro Pontino e il corso del Tevere (una cospicua serie di studi si trova a Roma, Galleria Comunale d'Arte). Presente alle biennali veneziane fin dal 1899, nel 1910 vi ebbe una personale con 58 acquerelli dal titolo Impressioni della Campagna Inglese e della Campagna Romana. Lavorò anche come illustratore per l’Isaotta Guttadauro di G. d'Annunzio, La campagna romana di A. Cervesato, Torri del Lazio e I Castelli romani di E. De Fonseca.