Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Canella Giuseppe *

CANELLA GIUSEPPE
Verona 1788 - Firenze 1847
Avviato alla pittura dal padre Giovanni, architetto e scenografo, esordì al suo fianco come decoratore di scene teatrali e con affreschi in residenze veronesi, di gusto neoclassico. Passato alla pittura da cavalletto si affermò rapidamente come paesaggista. Dopo un soggiorno a Venezia fra il 1815 e il 1818, fondamentale per l’assimilazione della tradizione vedutistica canalettiana, frequentò per qualche tempo l’Accademia di Brera. Insofferente dell’ambiente accademico milanese, compì prima un viaggio in Spagna e dal 1823 si stabilì a Parigi, dove espose con successo ai Salon del 1826, 1827 e 1830. Della produzione francese rimangono tracce nei taccuini (Milano, castello Sforzesco), repertorio di immagini utilizzato anche dopo il ritorno in patria, in alcuni importanti dipinti come Le tintorie di Rouen (Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo). Dal 1834 comparve alle mostre di Brera un buon numero di dipinti ripresi a Venezia, in Trentino, in Spagna, in Olanda, in Normandia. Le vedute prospettiche, animate da intensi spaccati di vita cittadina furono, al pari di quelle di G. Migliara, gradite al gusto di ampie fasce di aristocrazia e alta borghesia lombarda. Alle vedute urbane l'artista affiancò il paesaggio sempre animato da figure, interpretato con intensi effetti atmosferici e un prezioso cromatismo che aveva dedotto dal paesaggismo nordico appreso durante il periodo parigino (Burrasca sulla spiaggia di Scheventingen, 1839, Milano, Accademia di Brera). Dal soggiorno romano compiuto tra il 1838 e il 1839 riportò suggestioni di colore che trovarono espressione in dipinti come Lo spuntar dell'aurora nella campagna di Roma (Milano, Accademia di Brera). La fase più tarda della sua opera fu connotata da una dimensione narrativa più marcata, e da un fare più approssimativo e veloce.
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