Cambon Glauco *
Trieste 1875 - Biella (Vercelli) 1930
Intraprese gli studi artistici a Trieste per poi passare a Monaco di Baviera dove entrò nel 1892 all'Accademia di Belle Arti; qui risentì dell’influsso di A. Bӧcklin e delle tendenze preraffaellite e simboliste. Ritornato a Trieste nel 1895, iniziò a esporre al Circolo Artistico Triestino e nel 1897 alla Biennale di Venezia (Ritratto d'uomo). Nel 1900 vinse una borsa di studio della fondazione Rittmeyer che gli diede la possibilità di soggiornare per cinque anni a Roma, dove guardò al decorativismo di G. A. Sartorio. Rientrato a Trieste vi risiedette stabilmente fino allo scoppio della prima guerra mondiale, quando si trasferì a Milano aprendo uno studio che divenne molto noto. Si dedicò in particolare al ritratto, dove si rivela l’influsso della pittura impressionista di U. Veruda e A. Rietti (Il velo azzurro, Trieste, Museo Revoltella). Eseguì anche vedute (Trieste di notte, Udine, Galleria d’Arte Moderna) e si dedicò alla grafica pubblicitaria. Espose con frequenza a Venezia (1907, Ritratto dell'artista Benussi; 1910, Ferruccio Benini nel "don Marzio", Trieste, Museo Revoltella; 1912, Sorriso azzurro e oro) e fu presente alle mostre della Società degli Acquarellisti di Roma (1903, Villa Medici al tramonto) e all’Esposizione Nazionale di Milano del 1906 (Salambó).