Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Bersani Stefano *

BERSANI STEFANO
Melegnano (Milano) 1872 - Lora (Como) 1914
Fu allievo di G. Bertini all'Accademia di Brera, dove si conserva Nei campi, tela che nel 1897 valse all'artista il premio Mylius. Incline dapprima a opere di accentuato verismo come La fattucchiera (esposto a Brera nel 1894) o L'antro, scena di esorcismo (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), abbandonò il genere per ariose scene all’aperto. Le sue vedute campestri e montane, presentate dagli anni ’90 alle principali rassegne milanesi e poi, dal 1903, alle biennali di Venezia, sovrapposero più aggiornati spunti divisionisti a una levità pittorica d’ascendenza scapigliata, distinguendosi per la ricerca di luminosi accordi tonali (Il trillo delle allodole, Milano, Galleria d’Arte Moderna). La propensione per le atmosfere serene affiorava anche nell’attività decorativa, come nei pannelli con paesaggi fioriti per Casa Puricelli a Milano. Negli ultimi anni l'artista, che spesso soggiornava a Lora, si volse a immagini dal taglio ampio e solenne, alla J. F. Millet, nei modi di un divisionismo cromaticamente severo (Il tempo non fa giudizio, esposto alla Biennale di Venezia del 1910; Per oggi basta, apparso all’Esposizione Internazionale di Roma nel 1913).
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