Zona Antonio *
ZONA ANTONIO
Gambellara di Mira (Venezia) 1814 - Roma 1892
All’Accademia di Venezia fu allievo di O. Politi e di M. Grigoletti e fu avviato, soprattutto dal primo, allo studio della pittura veneta del Cinquecento. Il recupero della tradizione si tradusse da un lato nella scelta di soggetti storici, spesso concepiti come omaggio ai maestri del passato (Giambellino travestito da senatore nell'atto di farsi ritrarre da Antonello da Messina, esposto a Venezia nel 1847; Incontro di Tiziano col giovinetto Veronese sul Ponte della Paglia, 1861, Venezia, Galleria d'Arte Moderna di Ca’ Pesaro), dall'altro nell'adozione di un cromatismo e di una tecnica studiata per restituire l’impressione della pittura antica. Accanto ai temi romantici di storia medievale (I Lambertazzi e i Geremei, esposto a Venezia nel 1838), trattò quelli religiosi (Jetro e Mosè, esposto a Venezia nel 1847) per la committenza ecclesiastica, sia veneta sia austriaca. Durante un soggiorno a Milano, risentì dell'influenza della pittura storica di F. Hayez e delle sue figure allegoriche, che tradusse in una chiave patetica (Un canto funebre, 1862, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna; Una traviata: mezza figura al vero, esposto a Milano nel 1864). Negli anni '70 si stabilì a Roma, partecipando alle mostre della Società Amatori e Cultori (1886, Sul prato, Castellana, Ofelia); nei ritratti maturò in direzione verista, pur mantenendo alcune accentuazioni sentimentali di gusto tardoromantico (Ritratto della famiglia di Michele Cipollato, coll. privata).
Gambellara di Mira (Venezia) 1814 - Roma 1892
All’Accademia di Venezia fu allievo di O. Politi e di M. Grigoletti e fu avviato, soprattutto dal primo, allo studio della pittura veneta del Cinquecento. Il recupero della tradizione si tradusse da un lato nella scelta di soggetti storici, spesso concepiti come omaggio ai maestri del passato (Giambellino travestito da senatore nell'atto di farsi ritrarre da Antonello da Messina, esposto a Venezia nel 1847; Incontro di Tiziano col giovinetto Veronese sul Ponte della Paglia, 1861, Venezia, Galleria d'Arte Moderna di Ca’ Pesaro), dall'altro nell'adozione di un cromatismo e di una tecnica studiata per restituire l’impressione della pittura antica. Accanto ai temi romantici di storia medievale (I Lambertazzi e i Geremei, esposto a Venezia nel 1838), trattò quelli religiosi (Jetro e Mosè, esposto a Venezia nel 1847) per la committenza ecclesiastica, sia veneta sia austriaca. Durante un soggiorno a Milano, risentì dell'influenza della pittura storica di F. Hayez e delle sue figure allegoriche, che tradusse in una chiave patetica (Un canto funebre, 1862, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna; Una traviata: mezza figura al vero, esposto a Milano nel 1864). Negli anni '70 si stabilì a Roma, partecipando alle mostre della Società Amatori e Cultori (1886, Sul prato, Castellana, Ofelia); nei ritratti maturò in direzione verista, pur mantenendo alcune accentuazioni sentimentali di gusto tardoromantico (Ritratto della famiglia di Michele Cipollato, coll. privata).