Vannutelli Scipione *
VANNUTELLI SCIPIONE
Genazzano (Roma) 1834 - Roma 1894
Avviato agli studi classici, entrò poi all’Accademia di San Luca, dove fu uno degli ultimi allievi di T. Minardi. Dopo il 1850 frequentò anche lo studio del pittore viennese C. Wurtzinger. Completò la sua formazione viaggiando all'estero: a Parigi, dove ammirò le opere di F. Heilbuth, e a Vienna. Nelle prime opere di soggetto storico romantico mostrò di guardare al raffinato nitore della scuola viennese (Maria Stuarda condotta al supplizio, esposto a Firenze nel 1861, Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti; La regina Margherita di Valois, esposto a Milano nel 1862, Mlano, Galleria d’Arte Moderna). Il soggiorno a Parigi (1864-1869 ca.) corrispose a un progressivo avvicinamento ai modi del Fortunysmo, dal quale derivarono le composizioni di genere come Un intrigo sotto il portico del palazzo ducale di Venezia (esposto al Salon di Parigi del 1864, coll. privata) recensito da T. Gautier in un articolo sulla Gazette des Beaux Arts. Rientrato a Roma verso il 1870, proseguì in una fortunata produzione di soggetti di costume, presentati alle mostre romane (con l'Associazione Artistica Internazionale nel 1871, 1875 e 1877; con gli Amatori e Cultori nel 1879), a quelle di Milano (1871, Il padroncino; 1877, Prete e chierico, Il portico del palazzo Ducale di Venezia; 1881, Le ammantate-costume romano, Il sonno, Giovane armato; 1887, Trio nel giardino) e di Parigi (1877, Una processione a Venezia, 1878, La notte, La monferrina, Piacevole lettura, Campagna romana; 1879, Primavera). La produzione ufficiale, sia ritratti (Ritratto del generale Von Klauzer, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna) sia quadri di ricostruzione storica (I funerali di Giulietta, 1888, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna), non gli impedì di frequentare anche gli ambienti romani più aggiornati, come il gruppo “In Arte Libertas”, che ospitò nel suo studio per la mostra del 1887. Parallelamente coltivava la consuetudine degli studi dal vero, acquerelli e schizzi di paesaggio, nei quali si riconosce, sia nel taglio sia nel segno, un approccio più spontaneo con il reale.
Genazzano (Roma) 1834 - Roma 1894
Avviato agli studi classici, entrò poi all’Accademia di San Luca, dove fu uno degli ultimi allievi di T. Minardi. Dopo il 1850 frequentò anche lo studio del pittore viennese C. Wurtzinger. Completò la sua formazione viaggiando all'estero: a Parigi, dove ammirò le opere di F. Heilbuth, e a Vienna. Nelle prime opere di soggetto storico romantico mostrò di guardare al raffinato nitore della scuola viennese (Maria Stuarda condotta al supplizio, esposto a Firenze nel 1861, Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti; La regina Margherita di Valois, esposto a Milano nel 1862, Mlano, Galleria d’Arte Moderna). Il soggiorno a Parigi (1864-1869 ca.) corrispose a un progressivo avvicinamento ai modi del Fortunysmo, dal quale derivarono le composizioni di genere come Un intrigo sotto il portico del palazzo ducale di Venezia (esposto al Salon di Parigi del 1864, coll. privata) recensito da T. Gautier in un articolo sulla Gazette des Beaux Arts. Rientrato a Roma verso il 1870, proseguì in una fortunata produzione di soggetti di costume, presentati alle mostre romane (con l'Associazione Artistica Internazionale nel 1871, 1875 e 1877; con gli Amatori e Cultori nel 1879), a quelle di Milano (1871, Il padroncino; 1877, Prete e chierico, Il portico del palazzo Ducale di Venezia; 1881, Le ammantate-costume romano, Il sonno, Giovane armato; 1887, Trio nel giardino) e di Parigi (1877, Una processione a Venezia, 1878, La notte, La monferrina, Piacevole lettura, Campagna romana; 1879, Primavera). La produzione ufficiale, sia ritratti (Ritratto del generale Von Klauzer, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna) sia quadri di ricostruzione storica (I funerali di Giulietta, 1888, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna), non gli impedì di frequentare anche gli ambienti romani più aggiornati, come il gruppo “In Arte Libertas”, che ospitò nel suo studio per la mostra del 1887. Parallelamente coltivava la consuetudine degli studi dal vero, acquerelli e schizzi di paesaggio, nei quali si riconosce, sia nel taglio sia nel segno, un approccio più spontaneo con il reale.