Valli Augusto *
VALLI AUGUSTO
Modena 1867- 1945
Iscrittosi all’Istituto di Belle Arti modenese nel 1879, frequentò, fra le altre, le lezioni di A. Simonazzi, figura chiave nella sua formazione, e di G. Muzzioli. Esordì alla Triennale di Modena del 1881; a quella del 1883 inviò Ritratto d'uomo con fazzoletto (coll. privata), segno di un precoce interesse per il vero. A questi anni risalgono i primi viaggi in Africa (nel 1885 in Eritrea, nel 1886 nell’Hamar), che gli ispirarono i soggetti presentati con continuità alle mostre modenesi, accanto a temi di genere e di storia (nel 1888 vinse il premio Poletti con un quadro di storia sabauda, Modena, Galleria Poletti). In un fitto intreccio di interessi, si spostò fra Roma (1887-1890), Modena e i paesi africani. Qui realizzò sia bozzetti di vivace immediatezza sia opere di maggiore impegno, commissionate dal Museo Africano di Roma (Ritratto di Menelik II, 1892, Ro-ma, Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente). L’artista legò il suo nome al genere orientalista, dove seppe esprimere il gusto per i soggetti esotici e il recupero delle grandi scenografie ereditate da Muzzioli (Prigionieri Galla tradotti davanti a Ras Makonen, 1892; Semiramide morente sulla tomba di Nino, 1893, Modena, Museo Civico). È interessante il suo contemporaneo impegno (dal 1889) nella vasta impresa, con dipinti e affreschi, per la parrocchiale di Spilamberto (Modena), dove l'artista fece uso di un linguaggio preraffaellita con accenti simbolisti.
Modena 1867- 1945
Iscrittosi all’Istituto di Belle Arti modenese nel 1879, frequentò, fra le altre, le lezioni di A. Simonazzi, figura chiave nella sua formazione, e di G. Muzzioli. Esordì alla Triennale di Modena del 1881; a quella del 1883 inviò Ritratto d'uomo con fazzoletto (coll. privata), segno di un precoce interesse per il vero. A questi anni risalgono i primi viaggi in Africa (nel 1885 in Eritrea, nel 1886 nell’Hamar), che gli ispirarono i soggetti presentati con continuità alle mostre modenesi, accanto a temi di genere e di storia (nel 1888 vinse il premio Poletti con un quadro di storia sabauda, Modena, Galleria Poletti). In un fitto intreccio di interessi, si spostò fra Roma (1887-1890), Modena e i paesi africani. Qui realizzò sia bozzetti di vivace immediatezza sia opere di maggiore impegno, commissionate dal Museo Africano di Roma (Ritratto di Menelik II, 1892, Ro-ma, Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente). L’artista legò il suo nome al genere orientalista, dove seppe esprimere il gusto per i soggetti esotici e il recupero delle grandi scenografie ereditate da Muzzioli (Prigionieri Galla tradotti davanti a Ras Makonen, 1892; Semiramide morente sulla tomba di Nino, 1893, Modena, Museo Civico). È interessante il suo contemporaneo impegno (dal 1889) nella vasta impresa, con dipinti e affreschi, per la parrocchiale di Spilamberto (Modena), dove l'artista fece uso di un linguaggio preraffaellita con accenti simbolisti.