Tallone Cesare *
TALLONE CESARE
Savona 1853 - Milano 1919
Nato da genitori piemontesi, si formò con il pittore alessandrino P. Sassi; dal 1873 al 1876 fu allievo di G. Bertini presso l'Accademia di Brera a Milano ed esordì alla Mostra braidense del 1877 con quadri di prospettiva; nel 1879 inviò Una pia donzella che difende dalla rapacità di un Goto gli arredi sacri affidati alla sua custodia. Tra il 1883 e il 1885 lavorò a Roma, accanto all’amico A. Mancini. Impegnato nello studio dei modelli secenteschi, cercò in essi il senso plastico e il vigore realistico che segnarono la successiva attività di ritrattista: esemplari della forza espressiva delle sue opere, apprezzate da una ricca committenza borghese, sono il ritratto di Guido Rey (1887, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna), quello di Irene Tallone (esposto a Venezia nel 1897, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), quello della Signora Castelli (premio Principe Umberto nel 1908), o la coppia di ritratti di Alessandro e Amalia Pirovano (Milano, Pinacoteca di Brera). Assiduo alle principali esposizioni nazionali, l’artista si dedicò per oltre un ventennio all’attività didattica: dal 1885 insegnò presso l’Accademia Carrara di Bergamo, quindi dal 1898 sostituì G. Bertini alla cattedra di pittura dell’Accademia di Brera, dove ebbe tra i suoi allievi C. Carrà e G. Pellizza. Poco noto ai contemporanei fu il suo interesse per il paesaggio in cui diede prove di lucido verismo.
Savona 1853 - Milano 1919
Nato da genitori piemontesi, si formò con il pittore alessandrino P. Sassi; dal 1873 al 1876 fu allievo di G. Bertini presso l'Accademia di Brera a Milano ed esordì alla Mostra braidense del 1877 con quadri di prospettiva; nel 1879 inviò Una pia donzella che difende dalla rapacità di un Goto gli arredi sacri affidati alla sua custodia. Tra il 1883 e il 1885 lavorò a Roma, accanto all’amico A. Mancini. Impegnato nello studio dei modelli secenteschi, cercò in essi il senso plastico e il vigore realistico che segnarono la successiva attività di ritrattista: esemplari della forza espressiva delle sue opere, apprezzate da una ricca committenza borghese, sono il ritratto di Guido Rey (1887, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna), quello di Irene Tallone (esposto a Venezia nel 1897, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), quello della Signora Castelli (premio Principe Umberto nel 1908), o la coppia di ritratti di Alessandro e Amalia Pirovano (Milano, Pinacoteca di Brera). Assiduo alle principali esposizioni nazionali, l’artista si dedicò per oltre un ventennio all’attività didattica: dal 1885 insegnò presso l’Accademia Carrara di Bergamo, quindi dal 1898 sostituì G. Bertini alla cattedra di pittura dell’Accademia di Brera, dove ebbe tra i suoi allievi C. Carrà e G. Pellizza. Poco noto ai contemporanei fu il suo interesse per il paesaggio in cui diede prove di lucido verismo.