Subba Letterio *
SUBBA LETTERIO
Messina 1787 - 1868
La sua formazione ebbe luogo inizialmente nella città natale e in seguito a Napoli; passò poi a Roma, dove frequentò A. Canova e B. Thorvaldsen (L'interno dello studio di Canova, 1819, Messina, Museo Regionale) e a Firenze. Rientrato a Messina nel 1823, fondò la Scuola di Disegno e Pittura del Regio Collegio Carolino e più tardi venne nominato alla cattedra di Belle Arti dell’Università di Messina. Fu presente alle mostre borboniche di Napoli dal 1830 al 1843. Nella sua produzione, in parte dispersa, compaiono vedute di interni alla maniera di V. Abbati e soggetti storici, talora di ispirazione orientalista o filoellenica (L'Arembaggio di Babolina, dopo il 1837; Morte di Marco Botzaris, entrambi a Messina, Museo Regionale). Dopo aver partecipato ai moti del '48, fu esiliato a Malta fino al 1854. Come vedutista ha lasciato, fra gli altri, il paesaggio marino con La 'Grotta' di Messina (Messina, Museo Regionale) e La fontana del Real Passeggio, recentemente ritrovata (coll. privata). Fra i numerosi dipinti a carattere mitologico (Dafni cieco improvvisa fra i pastori, Palermo, Galleria Regionale della Sicilia) alcuni furono ispirati a temi autoctoni (Le ninfe Lampezia, Felusia e il fiume Gambaro, Messina, Museo Regionale). Di tono esplicitamente accademico fu la produzione di carattere devozionale testimoniata dalla Madonna con bambino e santi (1828, Duomo di S. Agata, Alì Superiore, Messina) e da alcune tele del Museo Regionale di Messina (bozzetto con La Vergine che salva Messina dal colera deI 1837, esposto a Napoli nel 1843). Si cimentò anche nel campo della scultura, del restauro, dell'architettura e dell’incisione. Il fratello maggiore, Giuseppe, è ricordato come pittore scenografo presso il teatro La Munizione di Messina, a partire dal 1816, e per la collaborazione nell’attività incisoria del fratello. Suoi paesaggi e soggetti religiosi si conservano presso il Museo Regionale di Messina (Veduta dell'Etna in eruzione; Madonna con il bambino, 1808, dalla chiesa di Santa Lucia dei Confettieri di Messina).
Messina 1787 - 1868
La sua formazione ebbe luogo inizialmente nella città natale e in seguito a Napoli; passò poi a Roma, dove frequentò A. Canova e B. Thorvaldsen (L'interno dello studio di Canova, 1819, Messina, Museo Regionale) e a Firenze. Rientrato a Messina nel 1823, fondò la Scuola di Disegno e Pittura del Regio Collegio Carolino e più tardi venne nominato alla cattedra di Belle Arti dell’Università di Messina. Fu presente alle mostre borboniche di Napoli dal 1830 al 1843. Nella sua produzione, in parte dispersa, compaiono vedute di interni alla maniera di V. Abbati e soggetti storici, talora di ispirazione orientalista o filoellenica (L'Arembaggio di Babolina, dopo il 1837; Morte di Marco Botzaris, entrambi a Messina, Museo Regionale). Dopo aver partecipato ai moti del '48, fu esiliato a Malta fino al 1854. Come vedutista ha lasciato, fra gli altri, il paesaggio marino con La 'Grotta' di Messina (Messina, Museo Regionale) e La fontana del Real Passeggio, recentemente ritrovata (coll. privata). Fra i numerosi dipinti a carattere mitologico (Dafni cieco improvvisa fra i pastori, Palermo, Galleria Regionale della Sicilia) alcuni furono ispirati a temi autoctoni (Le ninfe Lampezia, Felusia e il fiume Gambaro, Messina, Museo Regionale). Di tono esplicitamente accademico fu la produzione di carattere devozionale testimoniata dalla Madonna con bambino e santi (1828, Duomo di S. Agata, Alì Superiore, Messina) e da alcune tele del Museo Regionale di Messina (bozzetto con La Vergine che salva Messina dal colera deI 1837, esposto a Napoli nel 1843). Si cimentò anche nel campo della scultura, del restauro, dell'architettura e dell’incisione. Il fratello maggiore, Giuseppe, è ricordato come pittore scenografo presso il teatro La Munizione di Messina, a partire dal 1816, e per la collaborazione nell’attività incisoria del fratello. Suoi paesaggi e soggetti religiosi si conservano presso il Museo Regionale di Messina (Veduta dell'Etna in eruzione; Madonna con il bambino, 1808, dalla chiesa di Santa Lucia dei Confettieri di Messina).