Simonazzi Antonio *
SIMONAZZI ANTONIO
Modena 1824 -1908
Allievo all’Accademia di Modena di A. Malatesta, ripercorse l’iter formativo del maestro soggiornando a Firenze (alla scuola di G. Bezzuoli) e a Venezia. Alle esposizioni triennali modenesi ottenne premi nel 1844 (David sorprende Saul nella tenda, Modena, Istituto Venturi) e nel 1847 (L'incontro del Tasso con la sorella Cornelia); di chiara derivazione malatestiana è il Correggio presentato a Veronica Gambara (Modena, Istituto Venturi). Alle successive manifestazioni modenesi presentò soggetti di storia sacra, redatti nei modi della pittura da Salon (1854, Il convito di Baldassarre) o con richiami all’opera di F. Hayez (La figlia di Jefte, dipinto a Venezia nel 1855 e presentato alla Mostra accademica di Modena del 1857). Un aggiornamento in senso verista è evidente nelle opere esposte negli anni seguenti (1863,I novellieri del Decamerone, Modena, Museo Civico; 1873, La mietitura del fieno, Una sala dell'esposizione di Parigi, Il gregge, La mosca cieca; 1881, Le lavandaie). All'Esposizione Internazionale di Roma del 1883 fu presente con tre motivi. Durante gli anni della maturità insegnò all'Accademia Atestina di Modena, dove fu maestro, tra gli altri, di G. Muzzioli e A. Valli.
Modena 1824 -1908
Allievo all’Accademia di Modena di A. Malatesta, ripercorse l’iter formativo del maestro soggiornando a Firenze (alla scuola di G. Bezzuoli) e a Venezia. Alle esposizioni triennali modenesi ottenne premi nel 1844 (David sorprende Saul nella tenda, Modena, Istituto Venturi) e nel 1847 (L'incontro del Tasso con la sorella Cornelia); di chiara derivazione malatestiana è il Correggio presentato a Veronica Gambara (Modena, Istituto Venturi). Alle successive manifestazioni modenesi presentò soggetti di storia sacra, redatti nei modi della pittura da Salon (1854, Il convito di Baldassarre) o con richiami all’opera di F. Hayez (La figlia di Jefte, dipinto a Venezia nel 1855 e presentato alla Mostra accademica di Modena del 1857). Un aggiornamento in senso verista è evidente nelle opere esposte negli anni seguenti (1863,I novellieri del Decamerone, Modena, Museo Civico; 1873, La mietitura del fieno, Una sala dell'esposizione di Parigi, Il gregge, La mosca cieca; 1881, Le lavandaie). All'Esposizione Internazionale di Roma del 1883 fu presente con tre motivi. Durante gli anni della maturità insegnò all'Accademia Atestina di Modena, dove fu maestro, tra gli altri, di G. Muzzioli e A. Valli.