Signorini Giovanni *
SIGNORINI GIOVANNI
Firenze 1808 - 1862
Dopo una frequentazione discontinua delI'Accademia di Firenze, vi esordì nel 1839 come copista di paesaggi secenteschi, attività che avrebbe mantenuto per tutta la vita, affiancata a quella di vedutista di soggetti d’invenzione. La fortunata produzione di opere ispirate alle feste fiorentine, iniziata nel 1843 (cinque soggetti presso la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti), gli valse commissioni, anche granducali per decorazioni e tele di paesaggio (Villa Demidoff a San Donato in Polverosa, 1844-1845; Inondazione del Serchio, per Leopoldo II, Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti). Le sue vedute di Firenze dal Monte alle Croci, illuminate da una luce soffusa alla C. Lorrain, furono largamente apprezzate dai collezionisti stranieri. Avviò alla pittura i figli maggiori: Egisto, morto prematuramente nel 1851, e Telemaco.
Firenze 1808 - 1862
Dopo una frequentazione discontinua delI'Accademia di Firenze, vi esordì nel 1839 come copista di paesaggi secenteschi, attività che avrebbe mantenuto per tutta la vita, affiancata a quella di vedutista di soggetti d’invenzione. La fortunata produzione di opere ispirate alle feste fiorentine, iniziata nel 1843 (cinque soggetti presso la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti), gli valse commissioni, anche granducali per decorazioni e tele di paesaggio (Villa Demidoff a San Donato in Polverosa, 1844-1845; Inondazione del Serchio, per Leopoldo II, Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti). Le sue vedute di Firenze dal Monte alle Croci, illuminate da una luce soffusa alla C. Lorrain, furono largamente apprezzate dai collezionisti stranieri. Avviò alla pittura i figli maggiori: Egisto, morto prematuramente nel 1851, e Telemaco.