Sernesi Raffaello *
SERNESI RAFFAELLO
Firenze 1838 - Bolzano 1866
Dopo un apprendistato come incisore di medaglie, si iscrisse nel 1856 all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove fu allievo di A. Ciseri fino al 1859, quando, a causa della morte del padre, dovè abbandonare gli studi regolari. Al 1858 risale un Autoritratto (Firenze, Uffizi), indicativo della sua personale ricerca che lo avrebbe presto portato a elaborare, in sintonia con alcuni dei pittori del Caffè Michelangiolo, una composizione per rigorose scansioni cromatico-luministiche (Tetti al sole, 1860 ca., Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna). Nel 1861, lavorando in compagnia di O. Borrani nell'Appennino pistoiese, trovò espressioni più solenni e sentimentali, soffuse di luce (Pascolo a San Marcello, 1861, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Mo-derna). Nel 1862 espose a Torino Pastura in montagna e a Firenze Paese con animali; compì un breve viaggio a Napoli e a Ischia, per incontrare l’amico S. Pointeau, e in quella occasione poté rivedere le opere di F. Palizzi (impressioni che si possono cogliere nelle due redazioni di Grano maturo, 1864-1865, coll. private). Con gli studi compiuti con G. Abbati e Borrani durante l’estate del 1864 nella casa di D. Martelli sul litorale toscano offrì i primi esiti della cosiddetta Scuola di Castiglioncello (Marina di Castiglioncello, coll. privata) e trasse spunto per dipinti che comparvero alla Promotrice fiorentina di quell'anno; del 1865 sono I pagliai (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti) e Sull'aia (coll. privata). Nel 1866 abbandonò il dipinto Il duello, a cui stava lavorando, per partecipare alla III guerra d'indipendenza: ferito a un piede, morì di cancrena nell’ospedale militare di Bolzano.
Firenze 1838 - Bolzano 1866
Dopo un apprendistato come incisore di medaglie, si iscrisse nel 1856 all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove fu allievo di A. Ciseri fino al 1859, quando, a causa della morte del padre, dovè abbandonare gli studi regolari. Al 1858 risale un Autoritratto (Firenze, Uffizi), indicativo della sua personale ricerca che lo avrebbe presto portato a elaborare, in sintonia con alcuni dei pittori del Caffè Michelangiolo, una composizione per rigorose scansioni cromatico-luministiche (Tetti al sole, 1860 ca., Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna). Nel 1861, lavorando in compagnia di O. Borrani nell'Appennino pistoiese, trovò espressioni più solenni e sentimentali, soffuse di luce (Pascolo a San Marcello, 1861, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Mo-derna). Nel 1862 espose a Torino Pastura in montagna e a Firenze Paese con animali; compì un breve viaggio a Napoli e a Ischia, per incontrare l’amico S. Pointeau, e in quella occasione poté rivedere le opere di F. Palizzi (impressioni che si possono cogliere nelle due redazioni di Grano maturo, 1864-1865, coll. private). Con gli studi compiuti con G. Abbati e Borrani durante l’estate del 1864 nella casa di D. Martelli sul litorale toscano offrì i primi esiti della cosiddetta Scuola di Castiglioncello (Marina di Castiglioncello, coll. privata) e trasse spunto per dipinti che comparvero alla Promotrice fiorentina di quell'anno; del 1865 sono I pagliai (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti) e Sull'aia (coll. privata). Nel 1866 abbandonò il dipinto Il duello, a cui stava lavorando, per partecipare alla III guerra d'indipendenza: ferito a un piede, morì di cancrena nell’ospedale militare di Bolzano.