Rottini Gabriele *
ROTTINI GABRIELE
Brescia 1797 - 1858
Allievo di G. Bossi a Milano, completò la propria formazione a Firenze, sotto la guida di G. Bezzuoli. All’attività d’insegnante presso la Scuola di Pittura, da lui stesso fondata nel 1831, affiancò la partecipazione alle mostre dell'Ateneo bresciano, dove aveva esordito nel 1819. Autore di piccoli dipinti alla fiamminga, si cimentò anche con i grandi formati del quadro di storia, in temi cari al Romanticismo (La morte di Scomburga, 1837, Brescia, Ateneo). Attivo anche come pittore di soggetti sacri, in quest’ambito adottò modi improntati a un purismo neocinquecentesco (Presentazione al tempio, commissionatogli nel 1833 per la parrocchiale di Borgo Poncarale). Nel Ritratto di Stefano Antonio Morcelli (Chiari, Pinacoteca Repossi) sfoggiava fredde atmosfere dai toni tersi, ma il suo impegno di ritrattista spaziò dalle piccole dimensioni del medaglione, all’effigie di gruppo del quadro Maria Vittoria Manzoni declama versi a Madame Cosway (Lodi, Fondazione Cosway).
Brescia 1797 - 1858
Allievo di G. Bossi a Milano, completò la propria formazione a Firenze, sotto la guida di G. Bezzuoli. All’attività d’insegnante presso la Scuola di Pittura, da lui stesso fondata nel 1831, affiancò la partecipazione alle mostre dell'Ateneo bresciano, dove aveva esordito nel 1819. Autore di piccoli dipinti alla fiamminga, si cimentò anche con i grandi formati del quadro di storia, in temi cari al Romanticismo (La morte di Scomburga, 1837, Brescia, Ateneo). Attivo anche come pittore di soggetti sacri, in quest’ambito adottò modi improntati a un purismo neocinquecentesco (Presentazione al tempio, commissionatogli nel 1833 per la parrocchiale di Borgo Poncarale). Nel Ritratto di Stefano Antonio Morcelli (Chiari, Pinacoteca Repossi) sfoggiava fredde atmosfere dai toni tersi, ma il suo impegno di ritrattista spaziò dalle piccole dimensioni del medaglione, all’effigie di gruppo del quadro Maria Vittoria Manzoni declama versi a Madame Cosway (Lodi, Fondazione Cosway).