Previati Gaetano *
PREVIATI GAETANO
Ferrara 1852 - Lavagna (Genova) 1920
Appartenente alla piccola borghesia, nel 1870 si iscrisse alla Scuola di Belle Arti di Ferrara. Nel 1876 frequentò brevemente l’Accademia di Firenze sotto la guida di A. Cassioli, concludendo la propria formazione a Milano presso l'Accademia di Brera. Qui, all'Esposizione del 1879, si aggiudicò il premio Canonica con Gli ostaggi di Crema (Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti). Preso lo studio a Mi-lano nel 1881, proseguì la ricerca tematica di ascendenza tardoromantica, affiancando soggetti storico-patriottici (Tirem innaz!, 1886 dedicato a un episodio delle Cinque Giornate) a opere d'ispirazione letteraria o melodrammatica, stilisticamente dipendenti dall’esempio di D. Morelli e di T. Cremona (Paolo e Francesca, 1887, Bergamo, Accademia Carrara). Dalla frequentazione del vivace ambiente della Scapigliatura lombarda nacque frattanto la solida amicizia con L. Conconi, con il quale in seguito avrebbe condiviso lo studio e la ricerca di un linguaggio rinnovato per scelte tematiche e formali. In Le fumatrici di oppio (presentato a Venezia nel 1887, Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi) sperimentò una tecnica pittorica tessuta di luminosi filamenti materici, personale declinazione dei modi divisionisti, che ripropose in Maternità (esposto alla Triennale di Milano del 1891, coll. Banca Popolare di Novara), opera di carattere accentuatamente mistico che ben si accordava, sul più ampio orizzonte europeo, ad atmosfere simboliste. L'adesione al Simbolismo, maturata attraverso lo studio dei Preraffaelliti e a contatto con G. Moreau e P. Puvis de Chavanne, fu confermata nel 1892 con la partecipazione al Salon parigino della Rose-Croix. Sostenuto da V. Grubicy, con il quale nel 1898 strinse un accordo commerciale destinato a sollevarlo dalle più pressanti esigenze economiche, si aprì per l'artista un periodo fecondo: sempre guidato dalla ricerca dei vibranti effetti luminosi a cui aveva improntato le serie del Re Sole (1890-1893, Milano, Galleria d'Arte Moderna; 1901, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts), affrontò soggetti sacri (L'incontro con le pie donne, 1901-1902, Milano, Galleria d'Arte Moderna) e spunti classici reinterpretati secondo una moderna accezione simbolica del mito (La danza delle ore, 1899; Il giorno sveglia la notte, 1905, Trieste, Museo Revoltella; Il Giorno, 1907, Milano, Camera di Commercio). Assai apprezzato in campo internazionale, fu anche autore di trattati teorici (Principi scientifici del divisionismo, 1906). Interruppe l'attività artistica nel 1917, incapace di risollevarsi dopo la morte ravvicinata della moglie e del figlio.
Ferrara 1852 - Lavagna (Genova) 1920
Appartenente alla piccola borghesia, nel 1870 si iscrisse alla Scuola di Belle Arti di Ferrara. Nel 1876 frequentò brevemente l’Accademia di Firenze sotto la guida di A. Cassioli, concludendo la propria formazione a Milano presso l'Accademia di Brera. Qui, all'Esposizione del 1879, si aggiudicò il premio Canonica con Gli ostaggi di Crema (Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti). Preso lo studio a Mi-lano nel 1881, proseguì la ricerca tematica di ascendenza tardoromantica, affiancando soggetti storico-patriottici (Tirem innaz!, 1886 dedicato a un episodio delle Cinque Giornate) a opere d'ispirazione letteraria o melodrammatica, stilisticamente dipendenti dall’esempio di D. Morelli e di T. Cremona (Paolo e Francesca, 1887, Bergamo, Accademia Carrara). Dalla frequentazione del vivace ambiente della Scapigliatura lombarda nacque frattanto la solida amicizia con L. Conconi, con il quale in seguito avrebbe condiviso lo studio e la ricerca di un linguaggio rinnovato per scelte tematiche e formali. In Le fumatrici di oppio (presentato a Venezia nel 1887, Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi) sperimentò una tecnica pittorica tessuta di luminosi filamenti materici, personale declinazione dei modi divisionisti, che ripropose in Maternità (esposto alla Triennale di Milano del 1891, coll. Banca Popolare di Novara), opera di carattere accentuatamente mistico che ben si accordava, sul più ampio orizzonte europeo, ad atmosfere simboliste. L'adesione al Simbolismo, maturata attraverso lo studio dei Preraffaelliti e a contatto con G. Moreau e P. Puvis de Chavanne, fu confermata nel 1892 con la partecipazione al Salon parigino della Rose-Croix. Sostenuto da V. Grubicy, con il quale nel 1898 strinse un accordo commerciale destinato a sollevarlo dalle più pressanti esigenze economiche, si aprì per l'artista un periodo fecondo: sempre guidato dalla ricerca dei vibranti effetti luminosi a cui aveva improntato le serie del Re Sole (1890-1893, Milano, Galleria d'Arte Moderna; 1901, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts), affrontò soggetti sacri (L'incontro con le pie donne, 1901-1902, Milano, Galleria d'Arte Moderna) e spunti classici reinterpretati secondo una moderna accezione simbolica del mito (La danza delle ore, 1899; Il giorno sveglia la notte, 1905, Trieste, Museo Revoltella; Il Giorno, 1907, Milano, Camera di Commercio). Assai apprezzato in campo internazionale, fu anche autore di trattati teorici (Principi scientifici del divisionismo, 1906). Interruppe l'attività artistica nel 1917, incapace di risollevarsi dopo la morte ravvicinata della moglie e del figlio.