Prampolini Alessandro *
PRAMPOLINI ALESSANDRO
Reggio nell'Emilia 1823 - 1865
La prima formazione avvenne in patria sulle orme di P. Minghetti, che lo associò alla realizzazione di opere decorative e lo indirizzò alla pittura di paese. Dopo frequentò i corsi di paesaggio di G. Fontanesi. I rari documenti della sua prima produzione testimoniano di questo avvio, unitamente all’attenzione per il linguaggio purista di A. Chierici: all’Esposizione dell'Accademia Atestina di Modena del 1844 comparvero infatti una copia da Fontanesi e un Interno del Colosseo tratto da Chierici (Reggio nell’Emilia, Galleria Fontanesi). Nel 1849 ottenne un sussidio annuale per il perfezionamento a Roma, dove lavorò in compagnia di A. Castelli nei luoghi canonici della città e della campagna romana (taccuini in coll. privata). Il ponte dell'Ariccia (1853, Reggio nell'Emilia, Musei Civici), ampia veduta aerea inviata in patria come saggio di pensionato, mostra il superamento del linguaggio fontanesiano e l’approdo a un paesaggismo di vena romantica. A Roma l’artista ottenne ampio successo anche come scenografo (presso il teatro Apollo), attività che, anche rientrato a Reggio, affiancò sempre alla pittura di cavalletto, nella quale emerge la ripresa scenografica e pittoresca (Porta San Nazario, Reggio nell’Emilia, Musei Civici). Nel 1859 fu nominato professore della Scuola Normale di Reggio per gli insegnamenti di disegno geometrico, ornato e prospettiva.
Reggio nell'Emilia 1823 - 1865
La prima formazione avvenne in patria sulle orme di P. Minghetti, che lo associò alla realizzazione di opere decorative e lo indirizzò alla pittura di paese. Dopo frequentò i corsi di paesaggio di G. Fontanesi. I rari documenti della sua prima produzione testimoniano di questo avvio, unitamente all’attenzione per il linguaggio purista di A. Chierici: all’Esposizione dell'Accademia Atestina di Modena del 1844 comparvero infatti una copia da Fontanesi e un Interno del Colosseo tratto da Chierici (Reggio nell’Emilia, Galleria Fontanesi). Nel 1849 ottenne un sussidio annuale per il perfezionamento a Roma, dove lavorò in compagnia di A. Castelli nei luoghi canonici della città e della campagna romana (taccuini in coll. privata). Il ponte dell'Ariccia (1853, Reggio nell'Emilia, Musei Civici), ampia veduta aerea inviata in patria come saggio di pensionato, mostra il superamento del linguaggio fontanesiano e l’approdo a un paesaggismo di vena romantica. A Roma l’artista ottenne ampio successo anche come scenografo (presso il teatro Apollo), attività che, anche rientrato a Reggio, affiancò sempre alla pittura di cavalletto, nella quale emerge la ripresa scenografica e pittoresca (Porta San Nazario, Reggio nell’Emilia, Musei Civici). Nel 1859 fu nominato professore della Scuola Normale di Reggio per gli insegnamenti di disegno geometrico, ornato e prospettiva.