Pozzi Andrea*
POZZI ANDREA
Roma 1777 - 1837
Frequentò la Scuola del Nudo presso l’Accademia romana di San Luca, aggiudicandosi diversi premi (1794, 1799, 1800). Dell’istituto romano fu dapprima socio (1805: in occasione della nomina donò Santa Cecilia spirante), poi professore di pittura (1814, 1820, 1830), quindi presidente (1830-1831). Esponente di rilievo dell’ambiente accademico romano, fu spesso chiamato a esprimersi su delicate questioni di restauro. Nell'attività pittorica, la formazione classicista lo portò a muoversi agevolmente sia su temi profani (Plutone che rapisce Proserpina, 1806-1807, per i conti Collio di Sanseverino Marche; interventi nel Palazzo del Quirinale a Roma, 1813 ca.; Scene di Bacco, 1813-1814, Roma, Palazzo Torlonia; Origine del Ballo, Ballo della Messe, Ballo della Vendemmia, 1817, per il barone siciliano V. Guttadaura) sia di storia sacra (La Concezione, 1807, per monsignor Cesarei; Il presepe e Madonna con bambino tra S. Francesco e S. Domenico, 1809 ca., per la chiesa di San Nicola da Bari ad Albaneto di Leonessa, Rieti; S. Giovanni della Concezione riformatore dei Trinitari Scalzi in estasi davanti al Croceflsso, 1820, donato al pontefice; Transito di S. Giuseppe, per i Preti delle Missioni, Lendinara, Rovigo). Nel 1822 fu collocata in una cappella del Pantheon La Deposizione del Protomartire S. Stefano, di un rigore classico lievemente contaminato da influenze puriste: la pala, commissionatagli da A. Canova, consacrò definitivamente l’artista. Dopo questa data e fino al 1833 si moltiplicarono gli incarichi per le opere sacre.
Roma 1777 - 1837
Frequentò la Scuola del Nudo presso l’Accademia romana di San Luca, aggiudicandosi diversi premi (1794, 1799, 1800). Dell’istituto romano fu dapprima socio (1805: in occasione della nomina donò Santa Cecilia spirante), poi professore di pittura (1814, 1820, 1830), quindi presidente (1830-1831). Esponente di rilievo dell’ambiente accademico romano, fu spesso chiamato a esprimersi su delicate questioni di restauro. Nell'attività pittorica, la formazione classicista lo portò a muoversi agevolmente sia su temi profani (Plutone che rapisce Proserpina, 1806-1807, per i conti Collio di Sanseverino Marche; interventi nel Palazzo del Quirinale a Roma, 1813 ca.; Scene di Bacco, 1813-1814, Roma, Palazzo Torlonia; Origine del Ballo, Ballo della Messe, Ballo della Vendemmia, 1817, per il barone siciliano V. Guttadaura) sia di storia sacra (La Concezione, 1807, per monsignor Cesarei; Il presepe e Madonna con bambino tra S. Francesco e S. Domenico, 1809 ca., per la chiesa di San Nicola da Bari ad Albaneto di Leonessa, Rieti; S. Giovanni della Concezione riformatore dei Trinitari Scalzi in estasi davanti al Croceflsso, 1820, donato al pontefice; Transito di S. Giuseppe, per i Preti delle Missioni, Lendinara, Rovigo). Nel 1822 fu collocata in una cappella del Pantheon La Deposizione del Protomartire S. Stefano, di un rigore classico lievemente contaminato da influenze puriste: la pala, commissionatagli da A. Canova, consacrò definitivamente l’artista. Dopo questa data e fino al 1833 si moltiplicarono gli incarichi per le opere sacre.