Postiglione Raffaele *
POSTIGLIONE RAFFAELE
Napoli 1818 - 1897
Di modeste origini, venne accolto insieme al fratello Luigi nel Real Albergo dei Poveri di Napoli e in seguito, grazie alla protezione del marchese N. Santangelo, frequentò l'Accademia di Belle Arti come allievo di C. Angelini. Esordì nel 1837 alla Mostra Borbonica con alcuni saggi scolastici di tema storico e religioso. Nel 1841 vinse il pensionato artistico a Roma, che terminò nel 1848, maturando una tecnica di estrema diligenza disegnativa e di sobrio cromatismo, derivata dallo studio di Raffaello e di N. Poussin. A un elegante classicismo, dagli ampi volumi, sono improntate le prove degli anni di pensionato, fra le quali S. Pietro che battezza il centurione (1841, conservato insieme a S. Paolo converte Lidia presso il Palazzo della Prefettura di Napoli), Abramo che discaccia Agar e Ismaele (1845, Caserta, Palazzo Reale), Cristo e la Maddalena (1848, Napoli, Galleria dell'Accademia). Assiduo alle mostre borboniche, nel 1851 vi inviò La Santa Famiglia a mensa (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, in deposito alla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno) e nel 1859 La SS. Vergine col Bambino e Incontro di Giacobbe e Esaù, opere che lo consacrarono «massimo seguace di Raffaello». Fu presente anche alle promotrici partenopee (1862, Madonna col Bambino, La morte di Lucrezia, già apparso a Firenze nel 1861; 1881, Bruto Giunio giura di vendicare la mone di Lucrezia, Il più saggio dei consigli all'uomo giusto). Nel 1851 era già professore onorario all'Accademia di Napoli e dal 1861 vi tenne per un trentennio la cattedra di disegno di figura.
Napoli 1818 - 1897
Di modeste origini, venne accolto insieme al fratello Luigi nel Real Albergo dei Poveri di Napoli e in seguito, grazie alla protezione del marchese N. Santangelo, frequentò l'Accademia di Belle Arti come allievo di C. Angelini. Esordì nel 1837 alla Mostra Borbonica con alcuni saggi scolastici di tema storico e religioso. Nel 1841 vinse il pensionato artistico a Roma, che terminò nel 1848, maturando una tecnica di estrema diligenza disegnativa e di sobrio cromatismo, derivata dallo studio di Raffaello e di N. Poussin. A un elegante classicismo, dagli ampi volumi, sono improntate le prove degli anni di pensionato, fra le quali S. Pietro che battezza il centurione (1841, conservato insieme a S. Paolo converte Lidia presso il Palazzo della Prefettura di Napoli), Abramo che discaccia Agar e Ismaele (1845, Caserta, Palazzo Reale), Cristo e la Maddalena (1848, Napoli, Galleria dell'Accademia). Assiduo alle mostre borboniche, nel 1851 vi inviò La Santa Famiglia a mensa (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, in deposito alla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno) e nel 1859 La SS. Vergine col Bambino e Incontro di Giacobbe e Esaù, opere che lo consacrarono «massimo seguace di Raffaello». Fu presente anche alle promotrici partenopee (1862, Madonna col Bambino, La morte di Lucrezia, già apparso a Firenze nel 1861; 1881, Bruto Giunio giura di vendicare la mone di Lucrezia, Il più saggio dei consigli all'uomo giusto). Nel 1851 era già professore onorario all'Accademia di Napoli e dal 1861 vi tenne per un trentennio la cattedra di disegno di figura.