Pollastrini Enrico *
POLLASTRINI ENRICO
Livorno 1817 - Firenze 1876
Dopo aver studiato privatamente a Livorno con V. De Bonis, passò all’Accademia di Firenze, dove nel 1837 espose Agar, destinato alla chiesa livornese di Santa Maria del Soccorso, come il successivo Resurrezione del figlio della vedova di Naim (1839). Nel 1839 eseguì Morte di Alessandro de' Medici per il pistoiese N. Puccini (Pistoia, Museo Civico). Per il genere storico, nel quale si attenne al magistero di G. Bezzuoli, ottenne presto le lodi della critica (P. E. Selvatico). Nel 1843 cominciò a lavorare agli Esuli di Siena, la sua opera più importante, completata nel 1856, e andata perduta nella seconda guerra mondiale. Nel 1845 dipinse per Leopoldo II di Lorena Una famiglia salvata dall'inondazione del Serchio. Con Nello della Pietra alla tomba di Pia de' Tolomei (1851, come il precedente a Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti) si assiste all'evoluzione dei suoi modi in direzione purista e sull’esempio di J. A. D. Ingres, ben riconoscibile nei numerosi soggetti religiosi (Immacolata Concezione, per la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, L'elemosina di San Lorenzo, per quella di Santa Maria del Soccorso, 1862, entrambi a Livorno; Sacra Famiglia, per il Santuario della Madonna della Stella, Montefalco, Perugia). Nel 1861 partecipò alla I Esposizione Nazionale di Firenze e inviò al Salon parigino una Battaglia di Legnano. La sua presenza alle mostre fu rara: nel 1863 a Genova presentò Michelangelo scuopre al pubblico la sua statua del David e nel 1866 a Firenze un soggetto tratto dalle Vite di G. Vasari: Il bertuccione del Rosso pittore fiorentino. Dal 1853 insegnò all’Accademia di Firenze, della quale fu nominato vicedirettore nel 1867.
Livorno 1817 - Firenze 1876
Dopo aver studiato privatamente a Livorno con V. De Bonis, passò all’Accademia di Firenze, dove nel 1837 espose Agar, destinato alla chiesa livornese di Santa Maria del Soccorso, come il successivo Resurrezione del figlio della vedova di Naim (1839). Nel 1839 eseguì Morte di Alessandro de' Medici per il pistoiese N. Puccini (Pistoia, Museo Civico). Per il genere storico, nel quale si attenne al magistero di G. Bezzuoli, ottenne presto le lodi della critica (P. E. Selvatico). Nel 1843 cominciò a lavorare agli Esuli di Siena, la sua opera più importante, completata nel 1856, e andata perduta nella seconda guerra mondiale. Nel 1845 dipinse per Leopoldo II di Lorena Una famiglia salvata dall'inondazione del Serchio. Con Nello della Pietra alla tomba di Pia de' Tolomei (1851, come il precedente a Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti) si assiste all'evoluzione dei suoi modi in direzione purista e sull’esempio di J. A. D. Ingres, ben riconoscibile nei numerosi soggetti religiosi (Immacolata Concezione, per la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, L'elemosina di San Lorenzo, per quella di Santa Maria del Soccorso, 1862, entrambi a Livorno; Sacra Famiglia, per il Santuario della Madonna della Stella, Montefalco, Perugia). Nel 1861 partecipò alla I Esposizione Nazionale di Firenze e inviò al Salon parigino una Battaglia di Legnano. La sua presenza alle mostre fu rara: nel 1863 a Genova presentò Michelangelo scuopre al pubblico la sua statua del David e nel 1866 a Firenze un soggetto tratto dalle Vite di G. Vasari: Il bertuccione del Rosso pittore fiorentino. Dal 1853 insegnò all’Accademia di Firenze, della quale fu nominato vicedirettore nel 1867.