Morbelli Angelo *
MORBELLI ANGELO
Alessandria 1853 - Milano 1919
Proveniente da una famiglia agiata, compì i primi studi nella città natale, seguendo poi, tra il 1867 e il 1876, le lezioni di G. Bertini e di R. Casnedi alla milanese Accademia di Brera, sostenuto da una borsa di studio concessagli dal comune di Alessandria. Nelle opere d'esordio si cimentò con vedute architettoniche, facendo le prime prove anche nell'uso della fotografia a supporto della pittura (La Galleria Vittorio Emanuele in Milano, esposto a Brera nel 1875). In quegli anni compose anche quadri di soggetto storico, presentati alle mostre di Brera (1880, Goethe morente, Alessandria, Pinacoteca Civica). Dagli anni '80 rivolse l'attenzione al vero e alle questioni sociali, soprattutto legate al tema della vecchiaia e della solitudine (Giorni ultimi, premio Fumagalli, 1883, Milano, Galleria d'Arte Moderna; Il Viatico, esposto a Roma nel 1890). L'interesse per i valori luministici e alcuni spunti quasi impressionisti presenti in La sta-zione di Milano (1889, Milano, Museo di Milano) confluirono nella rigorosa sperimentazione linguistica della divisione dei toni, a cui molto contribuirono l'incontro con V. Grubicy e l'amicizia con G. Pellizza da Volpedo, con il quale condivise numerose esperienze artistiche oltre che umane. L'opera-manifesto di questa nuova stagione artistica è Alba, esposto nel 1891 a Milano (Barcellona, Museos Principales de Arte). Le tematiche sociali restarono comunque al centro dell'attenzione dell'artista, che vi ritornò in opere come Per ottanta centesimi (1893-1896, Vercelli, Museo Civico) o In risaia (1898-1901, Boston, Museum of Fine Arts), dove l'uso del mezzo fotografico era associato a un divisionismo ormai maturo. Nel 1896 tentò senza successo il progetto di una “Società Divisionistica” e nello stesso anno presentò alle mostre S'avanza (Ve-rona, Galleria Civica d’Arte Moderna), opera carica di significati simbolici. Il tema dei Vecchioni (esposto alla Biennale di Venezia del 1897) fu approfondito dopo il 1900 in una serie di opere dedicate agli anziani del Pio Albergo Trivulzio di Milano (Il poema della vecchiaia, esposto alla Biennale di Venezia del 1903; Il Natale dei rimasti, Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro). L’ultima produzione, arricchitasi di prove a carboncino e a pastello, privilegiò i soggetti paesistici, spesso tratti nella casa di campagna del pittore a Colma, sulle colline del Monferrato (Alba domenicale, 1915, Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi).
Alessandria 1853 - Milano 1919
Proveniente da una famiglia agiata, compì i primi studi nella città natale, seguendo poi, tra il 1867 e il 1876, le lezioni di G. Bertini e di R. Casnedi alla milanese Accademia di Brera, sostenuto da una borsa di studio concessagli dal comune di Alessandria. Nelle opere d'esordio si cimentò con vedute architettoniche, facendo le prime prove anche nell'uso della fotografia a supporto della pittura (La Galleria Vittorio Emanuele in Milano, esposto a Brera nel 1875). In quegli anni compose anche quadri di soggetto storico, presentati alle mostre di Brera (1880, Goethe morente, Alessandria, Pinacoteca Civica). Dagli anni '80 rivolse l'attenzione al vero e alle questioni sociali, soprattutto legate al tema della vecchiaia e della solitudine (Giorni ultimi, premio Fumagalli, 1883, Milano, Galleria d'Arte Moderna; Il Viatico, esposto a Roma nel 1890). L'interesse per i valori luministici e alcuni spunti quasi impressionisti presenti in La sta-zione di Milano (1889, Milano, Museo di Milano) confluirono nella rigorosa sperimentazione linguistica della divisione dei toni, a cui molto contribuirono l'incontro con V. Grubicy e l'amicizia con G. Pellizza da Volpedo, con il quale condivise numerose esperienze artistiche oltre che umane. L'opera-manifesto di questa nuova stagione artistica è Alba, esposto nel 1891 a Milano (Barcellona, Museos Principales de Arte). Le tematiche sociali restarono comunque al centro dell'attenzione dell'artista, che vi ritornò in opere come Per ottanta centesimi (1893-1896, Vercelli, Museo Civico) o In risaia (1898-1901, Boston, Museum of Fine Arts), dove l'uso del mezzo fotografico era associato a un divisionismo ormai maturo. Nel 1896 tentò senza successo il progetto di una “Società Divisionistica” e nello stesso anno presentò alle mostre S'avanza (Ve-rona, Galleria Civica d’Arte Moderna), opera carica di significati simbolici. Il tema dei Vecchioni (esposto alla Biennale di Venezia del 1897) fu approfondito dopo il 1900 in una serie di opere dedicate agli anziani del Pio Albergo Trivulzio di Milano (Il poema della vecchiaia, esposto alla Biennale di Venezia del 1903; Il Natale dei rimasti, Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro). L’ultima produzione, arricchitasi di prove a carboncino e a pastello, privilegiò i soggetti paesistici, spesso tratti nella casa di campagna del pittore a Colma, sulle colline del Monferrato (Alba domenicale, 1915, Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi).