Molmenti Pompeo *
MOLMENTI POMPEO
Motta di Livenza (Treviso) 1819 - Venezia 1894
A soli dieci anni entrò all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove seguì dal 1834 i corsi di M. Grigoletti e dal 1835 al 1839 quelli di O. Politi e L. Lipparini. Negli anni seguenti eseguì soprattutto quadri di soggetto religioso, in buona parte su commissione dei conti Papadopoli (Vergine Immacolata, parrocchiale di Malo, Vicenza; Il Martirio di santa Filomena, parrocchiale di Vidor, Treviso). Negli anni '40, al seguito di una missione francese, visitò la Siria, riportando le sue impressioni di viaggio in alcune opere. Seguirono i soggiorni a Roma (1846) e a Firenze (1848), dove si perfezionò nella tecnica del disegno. Elementi caratteristici dei suoi dipinti sono la scrupolosa attenzione al soggetto, indagato nei minimi dettagli, e la stesura levigata, comuni a opere come Pia de' Tolomei condotta in Maremma (esposto a Venezia nel 1853, Verona, Galleria d’Arte Moderna), invenzione dagli accenti troubadour, commissionatagli dal conte G. Fran-co. Questi modi trovarono gli esiti più felici nei ritratti, condotti con grande aderenza al vero e dovizia di particolari: tra i più noti il Ritratto di giovane donna (1850 ca., Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Ca' Pesaro), di delicata vena malinconica e di nitore quasi neoclassico, e quello di Vespasiano Muzzarelli (1860 ca., Bassano, Museo Civico). Alcuni dipinti lo impegnarono per lunghi anni, come la Morte di Otello (Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro), incominciato nel 1866, ma esposto a Torino solo nel 1880. Dal 1852 succedette a Grigoletti presso la cattedra di pittura dell’Accademia veneziana, dove fu maestro fra gli altri di L. Nono, G. Favretto e G. Ciardi.
Motta di Livenza (Treviso) 1819 - Venezia 1894
A soli dieci anni entrò all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove seguì dal 1834 i corsi di M. Grigoletti e dal 1835 al 1839 quelli di O. Politi e L. Lipparini. Negli anni seguenti eseguì soprattutto quadri di soggetto religioso, in buona parte su commissione dei conti Papadopoli (Vergine Immacolata, parrocchiale di Malo, Vicenza; Il Martirio di santa Filomena, parrocchiale di Vidor, Treviso). Negli anni '40, al seguito di una missione francese, visitò la Siria, riportando le sue impressioni di viaggio in alcune opere. Seguirono i soggiorni a Roma (1846) e a Firenze (1848), dove si perfezionò nella tecnica del disegno. Elementi caratteristici dei suoi dipinti sono la scrupolosa attenzione al soggetto, indagato nei minimi dettagli, e la stesura levigata, comuni a opere come Pia de' Tolomei condotta in Maremma (esposto a Venezia nel 1853, Verona, Galleria d’Arte Moderna), invenzione dagli accenti troubadour, commissionatagli dal conte G. Fran-co. Questi modi trovarono gli esiti più felici nei ritratti, condotti con grande aderenza al vero e dovizia di particolari: tra i più noti il Ritratto di giovane donna (1850 ca., Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Ca' Pesaro), di delicata vena malinconica e di nitore quasi neoclassico, e quello di Vespasiano Muzzarelli (1860 ca., Bassano, Museo Civico). Alcuni dipinti lo impegnarono per lunghi anni, come la Morte di Otello (Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro), incominciato nel 1866, ma esposto a Torino solo nel 1880. Dal 1852 succedette a Grigoletti presso la cattedra di pittura dell’Accademia veneziana, dove fu maestro fra gli altri di L. Nono, G. Favretto e G. Ciardi.