Mentessi Giuseppe *
MENTESSI GIUSEPPE
Ferrara 1857 - Milano 1931
Nato da famiglia contadina, fu spinto dalla madre a frequentare i corsi di disegno del Civico Ateneo di Ferrara, dove conobbe G. Previati, con il quale strinse un’amicizia profonda e duratura. Studiò poi all'Accademia parmense (1872-1876) e in quella milanese (1877-1881). A Milano allacciò rapporti con gli ultimi Scapigliati e, attivo all'interno della Famiglia Artistica, si legò a E. Longoni, E. Tallone, L. Bistolfi. Esordì alle mostre di Brera con paesaggi e vedute architettoniche (1882, Piccolo chiostro della certosa di Pavia, Serina in provincia di Bergamo); dal 1886 espose alla Permanente e alle triennali milanesi impressioni dal vero e vedute lagunari, derivanti da un soggiorno veneziano del 1887 (1888, Riva della Piazzetta Ducale). Assistente di L. Beltrami presso la Scuola di Architettura di Brera (1880) e titolare dal 1887 della cattedra di paesaggio, dai primi anni del secolo fu impegnato nei corsi della Società Umanitaria. All'adesione agli ideali del Socialismo corrispose, dagli anni '90, l'elaborazione di vaste tele d'impegno sociale (Ora triste, esposto alla Triennale milanese del 1891, Milano, Pinacoteca Ambrosiana; Panem nostrum quotidianum, esposto alla Biennale veneziana del 1895, Ferrara, Palazzo Massari). Nacquero così le prime prove divisioniste, a lunghi filamenti di colori puri (Lagrime, esposto alla Triennale del 1894, coll. privata), spesso realizzate a tempera o a pastello. Tale linguaggio pittorico, in seguito, tradurrà atmosfere cariche di suggestioni simboliste in tele di soggetto mistico-umanitario, dove ricorre con frequenza la figura femminile (Visione triste, esposto a Parigi nel 1900, Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Ca' Pesaro; Gloria, trittico, esposto alla Biennale di Venezia del 1901, Roma, Galleria Nazionale d'Aite Moderna). La decorazione dell'Asilo Mariuccia a Milano fu l’ultima fatica dell’artista, che nel dopoguerra si accostò di nuovo alla pittura di paesaggio.
Ferrara 1857 - Milano 1931
Nato da famiglia contadina, fu spinto dalla madre a frequentare i corsi di disegno del Civico Ateneo di Ferrara, dove conobbe G. Previati, con il quale strinse un’amicizia profonda e duratura. Studiò poi all'Accademia parmense (1872-1876) e in quella milanese (1877-1881). A Milano allacciò rapporti con gli ultimi Scapigliati e, attivo all'interno della Famiglia Artistica, si legò a E. Longoni, E. Tallone, L. Bistolfi. Esordì alle mostre di Brera con paesaggi e vedute architettoniche (1882, Piccolo chiostro della certosa di Pavia, Serina in provincia di Bergamo); dal 1886 espose alla Permanente e alle triennali milanesi impressioni dal vero e vedute lagunari, derivanti da un soggiorno veneziano del 1887 (1888, Riva della Piazzetta Ducale). Assistente di L. Beltrami presso la Scuola di Architettura di Brera (1880) e titolare dal 1887 della cattedra di paesaggio, dai primi anni del secolo fu impegnato nei corsi della Società Umanitaria. All'adesione agli ideali del Socialismo corrispose, dagli anni '90, l'elaborazione di vaste tele d'impegno sociale (Ora triste, esposto alla Triennale milanese del 1891, Milano, Pinacoteca Ambrosiana; Panem nostrum quotidianum, esposto alla Biennale veneziana del 1895, Ferrara, Palazzo Massari). Nacquero così le prime prove divisioniste, a lunghi filamenti di colori puri (Lagrime, esposto alla Triennale del 1894, coll. privata), spesso realizzate a tempera o a pastello. Tale linguaggio pittorico, in seguito, tradurrà atmosfere cariche di suggestioni simboliste in tele di soggetto mistico-umanitario, dove ricorre con frequenza la figura femminile (Visione triste, esposto a Parigi nel 1900, Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Ca' Pesaro; Gloria, trittico, esposto alla Biennale di Venezia del 1901, Roma, Galleria Nazionale d'Aite Moderna). La decorazione dell'Asilo Mariuccia a Milano fu l’ultima fatica dell’artista, che nel dopoguerra si accostò di nuovo alla pittura di paesaggio.