Massacra Pasquale *

MASSACRA PASQUALE
Pavia 1819 - 1849
Iniziò a lavorare nelle botteghe di un intagliatore e di un pittore di insegne, frequentando a Pavia la Scuola di Disegno e Incisione sotto la guida di C. Ferreri (1838-1841). Le sue indubbie doti gli valsero presto l'appoggio dell’élite culturale pavese, consentendogli così di cimentarsi con incarichi di prestigio su temi di storia locale (Frate Bossolaro riceve le offerte dalle signore di Pavia, 1839, Pavia, coll. Banca del Monte di Credito). Avviò frattanto la produzione di opere di tema sacro: a Pavia intervenne fra l'altro nella cappella di Sant'Antonio a Santa Maria del Carmine, iniziando nel 1841 gli affreschi e la pala (Sant'Antonio offre ai poveri i suoi averi, incompiuta, Pavia, Pinacoteca Malaspina). Nel Pavese lasciò altre opere in edifici religiosi, come la pala d’altare per la chiesa di Montebello (1841, in collaborazione con G. Ferreri) o la pala della parrocchiale di Trovo (1843, Pavia, Museo Civico). Nei quadri di storia si fece notare per l’intensa resa drammatica, presente in opere come La morte di Riccardino Langosco (esposto a Brera nel 1846, Pavia, Museo Civico) o in Frate Jacopo Bossolaro che dal Carroccio arringa il popolo contro i Beccaria (1847, Pavia, Museo Civico). La stessa pienezza espressiva animava i ritratti e gli studi di figura di quegli stessi anni, come il Ritratto di vecchio (esposto a Brera nel 1845, coll. privata) o il Ritratto di giovinetta e la smagliante Donna in rosso, databile intorno al 1845 (entrambi a Pavia, Museo Civico). La decorazione ad affresco di Casa Spizzi a Pavia fu l’ultima opera dell’artista, ucciso dagli austriaci durante un’imboscata, mentre cercava di favorire l’evasione di alcuni patrioti.
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