Martini Biagio *
MARTINI BIAGIO
Parma 1761 - 1840
Allievo di P. M. Ferrari e G. Callani all’Accademia parmense, vi ottenne diversi premi fra il 1781 e il 1791. Questo stesso anno vinse il pensionato di studio a Roma con il neoclassico La morte di Socrate (Parma, Galleria Nazionale). Professore consigliere alI’Accademia di Parma dal 1795, nel periodo seguente eseguì alcuni dipinti religiosi (Immacolata e santi, 1803-1805, Duomo di Fidenza; Martirio dei Santi Gervaso e Protaso, 1815, chiesa della SS. Annunziata, Parma, lodato da V. Camuccini). Per conto del governo, nel 1815 si recò a Milano per trattare la restituzione delle opere d'arte sottratte a Parma nel periodo napoleonico. Nel 1816 fu nominato primo pittore di corte dalla duchessa Maria Luigia, che lo incaricò di importanti tele di celebrazione asburgica, come Paolo III che incontra Carlo V nella rocca di Busseto nel 1543 (presentato solo nel 1827 e collocato nel Palazzo di Riserva, ora a Parma, coll. del Comune), fastosa scenografia impreziosita da raffinatezze manieriste locali. La posizione di prestigio raggiunta e i rapporti con la corte ebbero in seguito momenti critici derivanti dalla mancata nomina, nel 1820, a direttore dell'Accademia: fra l’altro l’artista attuò un singolare “sciopero pittorico” rifiutandosi di ultimare la grande tela della Deposizione (per la chiesa dei Cappuccini di Parma), commissionatagli nel 1796 ma consegnata solo nel 1839, dopo aver ottenuto l’onorificenza di cavaliere dell'ordine di San Giorgio.
Parma 1761 - 1840
Allievo di P. M. Ferrari e G. Callani all’Accademia parmense, vi ottenne diversi premi fra il 1781 e il 1791. Questo stesso anno vinse il pensionato di studio a Roma con il neoclassico La morte di Socrate (Parma, Galleria Nazionale). Professore consigliere alI’Accademia di Parma dal 1795, nel periodo seguente eseguì alcuni dipinti religiosi (Immacolata e santi, 1803-1805, Duomo di Fidenza; Martirio dei Santi Gervaso e Protaso, 1815, chiesa della SS. Annunziata, Parma, lodato da V. Camuccini). Per conto del governo, nel 1815 si recò a Milano per trattare la restituzione delle opere d'arte sottratte a Parma nel periodo napoleonico. Nel 1816 fu nominato primo pittore di corte dalla duchessa Maria Luigia, che lo incaricò di importanti tele di celebrazione asburgica, come Paolo III che incontra Carlo V nella rocca di Busseto nel 1543 (presentato solo nel 1827 e collocato nel Palazzo di Riserva, ora a Parma, coll. del Comune), fastosa scenografia impreziosita da raffinatezze manieriste locali. La posizione di prestigio raggiunta e i rapporti con la corte ebbero in seguito momenti critici derivanti dalla mancata nomina, nel 1820, a direttore dell'Accademia: fra l’altro l’artista attuò un singolare “sciopero pittorico” rifiutandosi di ultimare la grande tela della Deposizione (per la chiesa dei Cappuccini di Parma), commissionatagli nel 1796 ma consegnata solo nel 1839, dopo aver ottenuto l’onorificenza di cavaliere dell'ordine di San Giorgio.