Marsigli Filippo *
MARSIGLI FILIPPO
Portici (Napoli) 1792 - Napoli 1867
Allievo di C. Angelini e J. B. Wicar all’Accademia di Belle Arti di Napoli, esordì alla Mostra Borbonica del 1826 (Mercurio che conduce Psiche all'Olimpo, Ritratto di donna, Ritratto della Regina Carolina in piedi, Omero e il pastore Glauco, Prigionia del conte Ugolino, gli ultimi due conservati a Chantilly, Musée Condé): opere che rivelavano una solida formazione neoclassica, aperta alle suggestioni delle tematiche puriste. Presente alla Biennale Borbonica del 1830 con Due pastori di Mileto (Napoli, Museo di Capodimonte), tre anni dopo, già col titolo di professore onorario dell'Accademia, inviò alla Mostra San Gennaro in aria sostenuto dagli angeli. Nel 1834 pubblicò un saggio sulla pittura di storia e nel 1836 dipinse per la chiesa del Camposanto di Napoli La Resurrezione. Legato al movimento filoellenico, ne interpretò il messaggio libertario nella monumentale tela con Marco Botzaris che, al suo apparire alI'Esposizione del 1839, suscitò grande impressione per l'intenzione morale ed espressiva e per il dinamismo della scena. Nel 1841 decorò con Storie delle Ore e di Cupido il salone delle Feste di Palazzo Reale (oggi sala di Lettura della Biblioteca Nazionale di Napoli). Ancora nel 1843 propose una sua opera alla Mostra Borbonica (Interno di un tempio in cui è raccolto il popolo ad ascoltare la divina parola) ma dal 1844, quando assunse la direzione dei pensionati dell'Accademia partenopea a Roma, accettò solo rare, ma importanti commissioni (L'Immacolata Concezione che protegge Napoli e la dinastia Borbonica, 1852, Napoli, Museo di Capodimonte).
Portici (Napoli) 1792 - Napoli 1867
Allievo di C. Angelini e J. B. Wicar all’Accademia di Belle Arti di Napoli, esordì alla Mostra Borbonica del 1826 (Mercurio che conduce Psiche all'Olimpo, Ritratto di donna, Ritratto della Regina Carolina in piedi, Omero e il pastore Glauco, Prigionia del conte Ugolino, gli ultimi due conservati a Chantilly, Musée Condé): opere che rivelavano una solida formazione neoclassica, aperta alle suggestioni delle tematiche puriste. Presente alla Biennale Borbonica del 1830 con Due pastori di Mileto (Napoli, Museo di Capodimonte), tre anni dopo, già col titolo di professore onorario dell'Accademia, inviò alla Mostra San Gennaro in aria sostenuto dagli angeli. Nel 1834 pubblicò un saggio sulla pittura di storia e nel 1836 dipinse per la chiesa del Camposanto di Napoli La Resurrezione. Legato al movimento filoellenico, ne interpretò il messaggio libertario nella monumentale tela con Marco Botzaris che, al suo apparire alI'Esposizione del 1839, suscitò grande impressione per l'intenzione morale ed espressiva e per il dinamismo della scena. Nel 1841 decorò con Storie delle Ore e di Cupido il salone delle Feste di Palazzo Reale (oggi sala di Lettura della Biblioteca Nazionale di Napoli). Ancora nel 1843 propose una sua opera alla Mostra Borbonica (Interno di un tempio in cui è raccolto il popolo ad ascoltare la divina parola) ma dal 1844, quando assunse la direzione dei pensionati dell'Accademia partenopea a Roma, accettò solo rare, ma importanti commissioni (L'Immacolata Concezione che protegge Napoli e la dinastia Borbonica, 1852, Napoli, Museo di Capodimonte).