Marini Antonio *
MARINI ANTONIO
Prato (Firenze) 1788 - 1861
Dopo una prima formazione nella sua città natale con L. Nuti e G. Magherini, fu allievo di P. Benvenuti all'Accademia di Firenze, dove fu premiato nel 1812 e nel 1815 (Mercurio che addormenta Argo). Dal 1815, sotto la guida dell'ornatista G. Castagnoli, fece pratica nella tecnica dell'affresco. Prima del 1820 fu a Vienna per decorare con scene mitologiche il salone di Palazzo Esterhazy. Nel 1822, tornato a Firenze da un anno, ebbe le prime importanti commissioni (Palazzo dell'architetto G. Martelli, Villa del Poggio Imperiale; sala di Flora a Palazzo Pitti). Dal 1823 affiancò all'attività di frescante quella di restauratore. Tornato a Prato nel 1830, vi dipinse la volta e il sipario del teatro Metastasio. La sua attività di frescante e restauratore continuò con successo, tanto da avere committenze in varie città toscane. Nel 1843 fu nominato docente all’Accademia di Firenze. Negli anni '40 si dedicò anche alla pittura da cavalletto, prediligendo i soggetti devozionali di ascendenza raffaellesca (Madonna col Bambino, 1843, Prato, Museo Civico). Nel 1847 eseguì l'Apparizione di Maria per la chiesa pratese di Santa Maria delle Carceri e fornì i cartoni per il pavimento della Tribuna di Galileo a Firenze. Le ultime opere furono un San Pietro che riceve le chiavi (1858-1859), per la chiesa di San Pier Forelli a Prato, e la decorazione con Scene della vita del Tasso nella Meridiana di Palazzo Pitti a Firenze.
Prato (Firenze) 1788 - 1861
Dopo una prima formazione nella sua città natale con L. Nuti e G. Magherini, fu allievo di P. Benvenuti all'Accademia di Firenze, dove fu premiato nel 1812 e nel 1815 (Mercurio che addormenta Argo). Dal 1815, sotto la guida dell'ornatista G. Castagnoli, fece pratica nella tecnica dell'affresco. Prima del 1820 fu a Vienna per decorare con scene mitologiche il salone di Palazzo Esterhazy. Nel 1822, tornato a Firenze da un anno, ebbe le prime importanti commissioni (Palazzo dell'architetto G. Martelli, Villa del Poggio Imperiale; sala di Flora a Palazzo Pitti). Dal 1823 affiancò all'attività di frescante quella di restauratore. Tornato a Prato nel 1830, vi dipinse la volta e il sipario del teatro Metastasio. La sua attività di frescante e restauratore continuò con successo, tanto da avere committenze in varie città toscane. Nel 1843 fu nominato docente all’Accademia di Firenze. Negli anni '40 si dedicò anche alla pittura da cavalletto, prediligendo i soggetti devozionali di ascendenza raffaellesca (Madonna col Bambino, 1843, Prato, Museo Civico). Nel 1847 eseguì l'Apparizione di Maria per la chiesa pratese di Santa Maria delle Carceri e fornì i cartoni per il pavimento della Tribuna di Galileo a Firenze. Le ultime opere furono un San Pietro che riceve le chiavi (1858-1859), per la chiesa di San Pier Forelli a Prato, e la decorazione con Scene della vita del Tasso nella Meridiana di Palazzo Pitti a Firenze.