Mangiarelli Guglielmo*
MANGIARELLI GUGLIELMO
Perugia 1846 - Roma 1917
Allievo di S. Valeri all’Accademia di Perugia, maturò nel rigore purista delle norme accademiche, mettendosi in luce nei concorsi scolastici, ma orientandosi anche verso il nuovo. Durante il ventennio di maggiore attività (1862-1880 ca.), grazie anche ai soggiorni a Venezia, Firenze e Roma e a quello in Francia, l'artista conferì alla propria ricerca un respiro aperto alle più aggiornate esperienze contemporanee. Un tema come la Fiera di Monteluce, proposto in numerose varianti a partire dalla prima grande versione presentata nel 1868 a Firenze (un bozzetto è all'Accademia di Perugia), segnava già il netto distacco dalla retorica dei soggetti sacri o storici, sulla scorta di esperienze maturate nella città toscana e a contatto con F. Faruffini (di cui nel 1869 sposerà la vedova). La Morte di santa Sofia, saggio finale del perfezionamento a Roma (1868, riproposta a Parma nel 1870 e a Perugia nel 1899), rappresentò il punto di equilibrio tra composta narrazione e sottili vibrazioni sentimentali, quasi di marca naturalista. Dovette comunque essere l'esperienza fatta a Parigi, dove al Salon del 1875 presentò una versione della Fiera di Monteluce e La vendange-route de Perouse, a neutralizzare gli ultimi residui di una cultura accademica presto superata con una produzione di motivi en plein air, particolarmente congeniali alla fresca capacità percettiva del pittore (Nevicata a Perugia, esposto a Genova e a Torino nel 1876; Sulle colline umbre, esposto a Milano nel 1880). Dopo il trasferimento a Roma (1877), la sporadica partecipazione alle mostre degli Amatori e Cultori (1882, La semenza del grano; 1885, Lago di Albano; 1890, Vendemmia) lasciò il posto, negli ultimi anni, a interessi antiquari.
Perugia 1846 - Roma 1917
Allievo di S. Valeri all’Accademia di Perugia, maturò nel rigore purista delle norme accademiche, mettendosi in luce nei concorsi scolastici, ma orientandosi anche verso il nuovo. Durante il ventennio di maggiore attività (1862-1880 ca.), grazie anche ai soggiorni a Venezia, Firenze e Roma e a quello in Francia, l'artista conferì alla propria ricerca un respiro aperto alle più aggiornate esperienze contemporanee. Un tema come la Fiera di Monteluce, proposto in numerose varianti a partire dalla prima grande versione presentata nel 1868 a Firenze (un bozzetto è all'Accademia di Perugia), segnava già il netto distacco dalla retorica dei soggetti sacri o storici, sulla scorta di esperienze maturate nella città toscana e a contatto con F. Faruffini (di cui nel 1869 sposerà la vedova). La Morte di santa Sofia, saggio finale del perfezionamento a Roma (1868, riproposta a Parma nel 1870 e a Perugia nel 1899), rappresentò il punto di equilibrio tra composta narrazione e sottili vibrazioni sentimentali, quasi di marca naturalista. Dovette comunque essere l'esperienza fatta a Parigi, dove al Salon del 1875 presentò una versione della Fiera di Monteluce e La vendange-route de Perouse, a neutralizzare gli ultimi residui di una cultura accademica presto superata con una produzione di motivi en plein air, particolarmente congeniali alla fresca capacità percettiva del pittore (Nevicata a Perugia, esposto a Genova e a Torino nel 1876; Sulle colline umbre, esposto a Milano nel 1880). Dopo il trasferimento a Roma (1877), la sporadica partecipazione alle mostre degli Amatori e Cultori (1882, La semenza del grano; 1885, Lago di Albano; 1890, Vendemmia) lasciò il posto, negli ultimi anni, a interessi antiquari.