Malenchini Meoni Matilde*
MALENCHINI MEONI MATILDE
Livorno 1779 - Fiesole (Firenze) 1858
Allieva dal 1807 di P. Benvenuti all’Accademia di Firenze, dopo una iniziale attività di copista, nel 1811 ottenne il pensionato a Roma, dove frequentò B. Thorvaldsen, V. Camuccini e A. Canova ed eseguì, sull’esempio di M. Granet, interni di chiese e conventi, secondo pacate cadenze e prospettive neoquattro-centesche (Interno di conservatorio, 1815 ca., Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti). Nel 1821 stabilitasi a Firenze, presentò alla Mostra dell'Accademia un Interno di San Miniato (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti); da quel tempo iniziò anche a frequentare il Gabinetto di G. P. Vieusseux. Nel 1823 rientrò a Roma, ma tornò con frequenza in Toscana e fu anche a Parigi e a Bruxelles. Nel 1827 espose a Livorno un Ritratto delle granduchesse di Sassonia (Livorno, Museo Civico) e nel frattempo eseguì vari ritratti femminili, forse anche per la clientela straniera, per la quale dipinse pure un Interno del duomo di Pisa (1827). In seguito, a causa di fosche vicende personali, abbandonò la pittura.
Livorno 1779 - Fiesole (Firenze) 1858
Allieva dal 1807 di P. Benvenuti all’Accademia di Firenze, dopo una iniziale attività di copista, nel 1811 ottenne il pensionato a Roma, dove frequentò B. Thorvaldsen, V. Camuccini e A. Canova ed eseguì, sull’esempio di M. Granet, interni di chiese e conventi, secondo pacate cadenze e prospettive neoquattro-centesche (Interno di conservatorio, 1815 ca., Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti). Nel 1821 stabilitasi a Firenze, presentò alla Mostra dell'Accademia un Interno di San Miniato (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti); da quel tempo iniziò anche a frequentare il Gabinetto di G. P. Vieusseux. Nel 1823 rientrò a Roma, ma tornò con frequenza in Toscana e fu anche a Parigi e a Bruxelles. Nel 1827 espose a Livorno un Ritratto delle granduchesse di Sassonia (Livorno, Museo Civico) e nel frattempo eseguì vari ritratti femminili, forse anche per la clientela straniera, per la quale dipinse pure un Interno del duomo di Pisa (1827). In seguito, a causa di fosche vicende personali, abbandonò la pittura.