Leto Antonino *
LETO ANTONINO
Monreale (Palermo) 1844 - Capri (Napoli) 1913
Grazie a un sussidio del municipio della sua città natale, dal 1861 compì la prima formazione a Palermo sotto la guida dell’abate Gravina e presso gli studi di L. Barba e di L. Lojacono. Mostrava già una precoce sensibilità anticlassica e antiromantica (Case al sole, Paesaggio, Monreale, Circolo Artistico) quando, nel 1864, si trasferì a Napoli per studiare con F. Palizzi. Qui strinse rapporti con D. Morelli, G. De Nittis e gli artisti della Scuola di Resina. La salute malferma lo costrinse a ritornare a Palermo, dove trovò sostegno da parte dell'industriale I. Florio per il quale ritrasse lo stabilimento enologico di Marsala. Gli anni '70 si rivelarono ricchi di consensi anche in seguito alla partecipazione ad alcune esposizioni, a partire da quelle di Siracusa del 1871 (La bufera) e di Milano del 1872 (Una giornata d'inverno in Sicilia). All’attività giovanile risale anche L'Anapo (1872, Monreale, Municipio) dalle precoci risonanze macchiaiole. Dopo brevi soggiorni a Portici (Napoli) e a Roma (Alla Villa Borghese, Contadino romano, esposti alla Società degli Amatori e Cultori di Roma del 1873), tornò nel 1875 nella capitale, grazie al pensionato Artistico Nazionale vinto con La raccolta delle olive (1875, Palermo, Galleria Civica d’Arte Moderna). Nel 1879 trascorse un anno a Parigi, impegnato con il mercante A. Goupil e occupato a ritrarre la vita cittadina, sotto l’influenza della maniera di De Nittis. Tornato nuovamente a Palermo ritrovò il favore dei Florio, per i quali realizzò la decorazione di una sala della loro villa nel quartiere dell'Olivuzza e il grande dipinto La pesca del tonno (intitolato anche La mattanza di Favignana, 1887, Palermo, coll. Banco di Sicilia; prima redazione, 1884, Napoli, Museo di Capodimonte). Con l'eccezione di un altro breve ritorno a Palermo nel 1910, trascorse il resto della vita a Capri dove trovò una fertile e autonoma fonte d’ispirazione (Baia a Capri, Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti). Il tratto abbreviato, denso di luce e di colore, coniugato a volte con elementi narrativi, aneddotici e bozzettistici, si ritrova nei numerosi dipinti e nei piccoli studi della Galleria Civica di Palermo (fra gli altri, Paesaggio con due pastori, 1875; Saline di Trapani, 1881; Centodieci anni a Ischia, 1882), come in I funari di Torre del Greco (1883, Roma, Camera dei Deputati), ispirato all'omonimo dipinto di G. Toma, o in II triduo (Napoli, Museo di Capodimonte). L'attività espositiva fu particolarmente intensa negli anni fra il 1871 e il 1890 quando partecipò, fra le altre, alle esposizioni Internazionali di Parigi (1878), di Firenze (1880), di Roma (1883) e di Londra (1888).
Monreale (Palermo) 1844 - Capri (Napoli) 1913
Grazie a un sussidio del municipio della sua città natale, dal 1861 compì la prima formazione a Palermo sotto la guida dell’abate Gravina e presso gli studi di L. Barba e di L. Lojacono. Mostrava già una precoce sensibilità anticlassica e antiromantica (Case al sole, Paesaggio, Monreale, Circolo Artistico) quando, nel 1864, si trasferì a Napoli per studiare con F. Palizzi. Qui strinse rapporti con D. Morelli, G. De Nittis e gli artisti della Scuola di Resina. La salute malferma lo costrinse a ritornare a Palermo, dove trovò sostegno da parte dell'industriale I. Florio per il quale ritrasse lo stabilimento enologico di Marsala. Gli anni '70 si rivelarono ricchi di consensi anche in seguito alla partecipazione ad alcune esposizioni, a partire da quelle di Siracusa del 1871 (La bufera) e di Milano del 1872 (Una giornata d'inverno in Sicilia). All’attività giovanile risale anche L'Anapo (1872, Monreale, Municipio) dalle precoci risonanze macchiaiole. Dopo brevi soggiorni a Portici (Napoli) e a Roma (Alla Villa Borghese, Contadino romano, esposti alla Società degli Amatori e Cultori di Roma del 1873), tornò nel 1875 nella capitale, grazie al pensionato Artistico Nazionale vinto con La raccolta delle olive (1875, Palermo, Galleria Civica d’Arte Moderna). Nel 1879 trascorse un anno a Parigi, impegnato con il mercante A. Goupil e occupato a ritrarre la vita cittadina, sotto l’influenza della maniera di De Nittis. Tornato nuovamente a Palermo ritrovò il favore dei Florio, per i quali realizzò la decorazione di una sala della loro villa nel quartiere dell'Olivuzza e il grande dipinto La pesca del tonno (intitolato anche La mattanza di Favignana, 1887, Palermo, coll. Banco di Sicilia; prima redazione, 1884, Napoli, Museo di Capodimonte). Con l'eccezione di un altro breve ritorno a Palermo nel 1910, trascorse il resto della vita a Capri dove trovò una fertile e autonoma fonte d’ispirazione (Baia a Capri, Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti). Il tratto abbreviato, denso di luce e di colore, coniugato a volte con elementi narrativi, aneddotici e bozzettistici, si ritrova nei numerosi dipinti e nei piccoli studi della Galleria Civica di Palermo (fra gli altri, Paesaggio con due pastori, 1875; Saline di Trapani, 1881; Centodieci anni a Ischia, 1882), come in I funari di Torre del Greco (1883, Roma, Camera dei Deputati), ispirato all'omonimo dipinto di G. Toma, o in II triduo (Napoli, Museo di Capodimonte). L'attività espositiva fu particolarmente intensa negli anni fra il 1871 e il 1890 quando partecipò, fra le altre, alle esposizioni Internazionali di Parigi (1878), di Firenze (1880), di Roma (1883) e di Londra (1888).