Landi Gaspare *
LANDI GASPARE
Piacenza 1756 - 1830
Giunse a Roma nel 1871, due anni dopo la morte di A. R. Mengs, al quale dedicò un esplicito omaggio nell’Autoritratto del 1801 ca. (coll. privata), dove ripetè la stessa postura assunta dal pittore boemo nel dipinto della collezione del duca d’Alba (Madrid); ma il debito del giovane piacentino nei confronti di Mengs appare evidente anche nella razionalizzazione del procedimento artistico e nella finitezza della stesura pittorica. A Roma fu allievo per un breve periodo di P. Batoni e D. Corvi, incontrò A. Kauffmann con la quale divise numerose commissioni di ritratti, strinse amicizia con A. Canova. Testimonianza del legame fra i due artisti, oltre a un acuto Ritratto di Canova (1806, Roma, Galleria Borghese), è la tela con Amore e Psiche (Venezia, Museo Correr), trasposizione pittorica dell'omonimo gruppo scultoreo canoviano. Continuava frattanto a mantenersi in stretto rapporto anche con artisti dell'Italia settentrionale, soprattutto G. Bossi e A. Appiani, ai quali lo legava l’amore per Leonardo e per Correggio. Frequenti anche i contatti con la città natale, dove si rifugiò negli anni di fermento rivoluzionario: qui, nel 1797, gli furono commissionate le tele per il Duomo raffiguranti il Trasporto della Vergine al sepolcro e il Ritrovamento del sepolcro vuoto, che inviò da Roma nel 1804. Il suo neoclassicismo lirico-sentimentale, tenue nei colori e attento alla rappresentazione degli affetti, si opponeva a quello eroico di V. Camuccini. La distanza stilistica fra i due artisti apparve chiara nel 1808, in occasione della esposizione a Roma delle tele per la chiesa piacentina di San Giovanni in Canale, quando La Salita al Calvario di Landi ottenne minor consenso della Presentazione al Tempio di Camuccini, ma fu lodata per le bellissime teste, tutte tratte dal vero. I suoi ritratti infatti furono particolarmente ricercati per la naturalezza dell’espressione e degli incarnati. Trattò anche temi mitologici e di storia antica (Ulisse e Diomede rubano il Palladio,1784, Parma, Galleria Nazionale; Incontro di Ettore e Andromaca e Ettore rimprovera Paride, 1794, Piacenza, Istituto d’Arte Gazzola; Ebe coppiera di Giove, Brescia, Galleria Civica d’Arte Moderna). Importante fu il suo impegno didattico, svolto dal 1812 al 1827 presso l’Accademia di san Luca, della quale fu presidente nel 1817.
Piacenza 1756 - 1830
Giunse a Roma nel 1871, due anni dopo la morte di A. R. Mengs, al quale dedicò un esplicito omaggio nell’Autoritratto del 1801 ca. (coll. privata), dove ripetè la stessa postura assunta dal pittore boemo nel dipinto della collezione del duca d’Alba (Madrid); ma il debito del giovane piacentino nei confronti di Mengs appare evidente anche nella razionalizzazione del procedimento artistico e nella finitezza della stesura pittorica. A Roma fu allievo per un breve periodo di P. Batoni e D. Corvi, incontrò A. Kauffmann con la quale divise numerose commissioni di ritratti, strinse amicizia con A. Canova. Testimonianza del legame fra i due artisti, oltre a un acuto Ritratto di Canova (1806, Roma, Galleria Borghese), è la tela con Amore e Psiche (Venezia, Museo Correr), trasposizione pittorica dell'omonimo gruppo scultoreo canoviano. Continuava frattanto a mantenersi in stretto rapporto anche con artisti dell'Italia settentrionale, soprattutto G. Bossi e A. Appiani, ai quali lo legava l’amore per Leonardo e per Correggio. Frequenti anche i contatti con la città natale, dove si rifugiò negli anni di fermento rivoluzionario: qui, nel 1797, gli furono commissionate le tele per il Duomo raffiguranti il Trasporto della Vergine al sepolcro e il Ritrovamento del sepolcro vuoto, che inviò da Roma nel 1804. Il suo neoclassicismo lirico-sentimentale, tenue nei colori e attento alla rappresentazione degli affetti, si opponeva a quello eroico di V. Camuccini. La distanza stilistica fra i due artisti apparve chiara nel 1808, in occasione della esposizione a Roma delle tele per la chiesa piacentina di San Giovanni in Canale, quando La Salita al Calvario di Landi ottenne minor consenso della Presentazione al Tempio di Camuccini, ma fu lodata per le bellissime teste, tutte tratte dal vero. I suoi ritratti infatti furono particolarmente ricercati per la naturalezza dell’espressione e degli incarnati. Trattò anche temi mitologici e di storia antica (Ulisse e Diomede rubano il Palladio,1784, Parma, Galleria Nazionale; Incontro di Ettore e Andromaca e Ettore rimprovera Paride, 1794, Piacenza, Istituto d’Arte Gazzola; Ebe coppiera di Giove, Brescia, Galleria Civica d’Arte Moderna). Importante fu il suo impegno didattico, svolto dal 1812 al 1827 presso l’Accademia di san Luca, della quale fu presidente nel 1817.