Lalli Odoardo *
LALLI ODOARDO
Roma 1829 - Firenze 1909
Trasferitosi a Firenze per frequentarvi l’Accademia, fu allievo di G. Bezzuoli e fra il 1848 e il 1851 compagno di corso di G. Fattori. Con l'artista livornese divise lo studio in via della Pergola, dove in seguito offrirà ospitalità a V. Cabianca, durante i suoi soggiorni a Firenze. Esordì nel 1853 alla Promotrice fiorentina con Costume di Calabria, uno dei soggetti agresti riproposti anche in seguito (Scena campestre, Roma Galleria Nazionale d’Arte Moderna). Nel 1861 partecipò alla I Esposizione Nazionale Italiana con un tema di storia contemporanea (Il Risorgimento italiano). Inviò alle mostre anche dipinti di ricostruzione storica e d’ispirazione letteraria (Dante ricordandosi della sua Beatrice, disegna un angelo, esposto a Firenze nel 1867) e paesaggi(Il Mugnone alla Badia, coll. privata). Socio del Circolo Artistico fiorentino, vi ottenne per sorteggio il bozzetto del Quadrato di Custoza di Fattori, un’opera che restò nella collezione di dipinti macchiaioli che Lalli lasciò al figlio Averardo, anch'egli pittore.
Roma 1829 - Firenze 1909
Trasferitosi a Firenze per frequentarvi l’Accademia, fu allievo di G. Bezzuoli e fra il 1848 e il 1851 compagno di corso di G. Fattori. Con l'artista livornese divise lo studio in via della Pergola, dove in seguito offrirà ospitalità a V. Cabianca, durante i suoi soggiorni a Firenze. Esordì nel 1853 alla Promotrice fiorentina con Costume di Calabria, uno dei soggetti agresti riproposti anche in seguito (Scena campestre, Roma Galleria Nazionale d’Arte Moderna). Nel 1861 partecipò alla I Esposizione Nazionale Italiana con un tema di storia contemporanea (Il Risorgimento italiano). Inviò alle mostre anche dipinti di ricostruzione storica e d’ispirazione letteraria (Dante ricordandosi della sua Beatrice, disegna un angelo, esposto a Firenze nel 1867) e paesaggi(Il Mugnone alla Badia, coll. privata). Socio del Circolo Artistico fiorentino, vi ottenne per sorteggio il bozzetto del Quadrato di Custoza di Fattori, un’opera che restò nella collezione di dipinti macchiaioli che Lalli lasciò al figlio Averardo, anch'egli pittore.