Grubicy De Dragon Vittore *
GRUBICY DE DRAGON VITTORE
Milano 1851 - 1920
Nato da una nobile famiglia di origine magiara e lombarda, compì studi umanistici. Nel 1870, durante un soggiorno in Inghilterra, prese a interessarsi al commercio di opere d'arte, occupazione che lo avrebbe portato a viaggiare con regolarità in Europa. Titolare dal 1876, insieme al fratello Alberto, di una galleria d’arte a Milano, si occupò sia di artisti affermati sia di esordienti, come G. Segantini, E. Longoni, G. Previati, e fu instancabile sostenitore del Divisionismo mediante l’attività culturale e quella commerciale. Nel 1884, forse spinto dal dono di una cassetta di colori che ricevette da E.F.De Block, si accostò alla pratica pittorica, vocazione che avrebbe assecondato con sempre maggiore disponibilità dal 1889, quando interruppe l'attività di mercante. Dal 1890 fu assiduo alle rassegne della Permanente di Milano e alle biennali di Venezia, frequentate sin dalla prima edizione del 1895. Secondo un Divisionismo di tipo pulviscolare, dipinse elaborati paesaggi di piccole dimensioni, pervasi di effetti delicatamente soffusi e di un lirismo crepuscolare (La vela, Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori). Compose spesso le sue opere in polittici (Inverno in montagna, esposto alla Biennale del 1899; Le quattro stagioni, esposto alla Biennale del 1901 e del quale faceva parte La primavera, conservata nella Galleria d'Arte Moderna di Milano; Crepuscoli e notturni, composto di tredici tele, esposto alla Biennale di Venezia del 1903). Nel 1901, intanto, aveva ripreso il commercio artistico, curando fra l’altro una grande mostra itinerante delle opere di soggetto sacro di Previati. Nella pittura continuò la sua strenua ricerca di puntigliosa perfezione, riprendendo anche vecchi temi, come nel polittico L'inverno in montagna, al quale appartengono Tutto candore, A sera, La sorgente (Milano, Galleria d’Arte Moderna). Al 1912 risale l’amicizia con il direttore d’orchestra A. Toscanini, che sarebbe diventato uno dei suoi maggiori collezionisti.
Milano 1851 - 1920
Nato da una nobile famiglia di origine magiara e lombarda, compì studi umanistici. Nel 1870, durante un soggiorno in Inghilterra, prese a interessarsi al commercio di opere d'arte, occupazione che lo avrebbe portato a viaggiare con regolarità in Europa. Titolare dal 1876, insieme al fratello Alberto, di una galleria d’arte a Milano, si occupò sia di artisti affermati sia di esordienti, come G. Segantini, E. Longoni, G. Previati, e fu instancabile sostenitore del Divisionismo mediante l’attività culturale e quella commerciale. Nel 1884, forse spinto dal dono di una cassetta di colori che ricevette da E.F.De Block, si accostò alla pratica pittorica, vocazione che avrebbe assecondato con sempre maggiore disponibilità dal 1889, quando interruppe l'attività di mercante. Dal 1890 fu assiduo alle rassegne della Permanente di Milano e alle biennali di Venezia, frequentate sin dalla prima edizione del 1895. Secondo un Divisionismo di tipo pulviscolare, dipinse elaborati paesaggi di piccole dimensioni, pervasi di effetti delicatamente soffusi e di un lirismo crepuscolare (La vela, Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori). Compose spesso le sue opere in polittici (Inverno in montagna, esposto alla Biennale del 1899; Le quattro stagioni, esposto alla Biennale del 1901 e del quale faceva parte La primavera, conservata nella Galleria d'Arte Moderna di Milano; Crepuscoli e notturni, composto di tredici tele, esposto alla Biennale di Venezia del 1903). Nel 1901, intanto, aveva ripreso il commercio artistico, curando fra l’altro una grande mostra itinerante delle opere di soggetto sacro di Previati. Nella pittura continuò la sua strenua ricerca di puntigliosa perfezione, riprendendo anche vecchi temi, come nel polittico L'inverno in montagna, al quale appartengono Tutto candore, A sera, La sorgente (Milano, Galleria d’Arte Moderna). Al 1912 risale l’amicizia con il direttore d’orchestra A. Toscanini, che sarebbe diventato uno dei suoi maggiori collezionisti.